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A Sciambere di Papota

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 23 giugno 2006

Campassi quanto Matusalemme non mi dimenticherò mai gli occhi spalancati di quell'ometto, il Professor (d'educazione fisica) Giuseppe Pisani detto Papota, che riusciva ad impaurire le non morbidissime generazioni elbane postbelliche, che continuava a farci fare una ginnastica piuttosto datata, una sorta di fascisteggiante pre-militare con tanto di marcia, passo, dietro-front e cadenza, distribuendo come un sergentaccio colpi di "fava lessa" a destra e a manca e pure qualche corporale punizione. Tutto si sarebbe aspettato Papota, in quel novembre 1959, fuorché la reazione decisa ed impertinente di un soldo di cacio che guardava dal basso perfino lui. "Rispettare tutti, ma non fassi mai mette' i piedi in capo da nissuno" era il laico Vangelo di Rosina, e io cercavo di informarmi al dettame. Prendendomi in giro perchè non avevo saltato il cordino come ai giochi del littorio atterrando con le mani tese in avanti, Papota mi aveva urlato "Ballerina! Tamburo!". Forse furono le risate degli altri a determinarmi, fatto sta che mi avvicinai al terribile Papota ed indicando con il ditino di undicenne abbondantemente impubere la punta del suo naso dissi: "Ballerina e tamburo sarà lei!" gelando quella palestra nella quale per dieci secondi non si sentì volare una mosca. Poi andai a casa con la prima sospensione della vita ma, in fondo, tranquillo di essermi solo difeso. Orbene, a proposito di ometti prepotenti e gratuitamente offensivi, c'è un signore che neppure rischia che possa mettergli un dito (nel frattempo diventato grosso come quello di un cavatore) sul naso dicendogli: "Coglione e indegno sarà lei". Ma se lo meriterebbe.


Littoriali  manifesto fascista

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