Ad uccidere Alberigo Somma nella sua cella a Porto Azzurro il 23 agosto scorso fu il francese Patrick Shaff ex appartenente alla legione straniera e già condannato per un omicidio, ma il Pubblico Ministero a cui è stato affidato il caso, chiedendo il suo rinvio a giudizio e destando anche a sorpresa ha chiesto anche, in rapporto allo stesso episodio, il rinvio a giudizio del direttore del carcere Carlo Mazerbo perchè «... nella qualità di direttore della casa circondariale di Porto Azzurro e quindi titolare di una posizione di garanzia rispetto alla sicurezza e all’incolumità dei detenuti, ometteva di adottare misure idonee per impedire al francese di essere nella condizione di commettere reati». E Mazerbo proveniente dall'isola-carcere di gorgona, dove, nel periodo della sua direzione si verificarono altri due omicidi, non è il solo tra il personale del Ministero di Grazia e Giustizia operante a Porto Azzurro ad essere stato indagato dal Magistrato. A fargli compagnia il comandante degli Agenti di Custodia Maurizio Mastrosimone al quale il P.M. ha contestato gli stessi addebiti formulati al Direttore con una aggravante: quella di «... aver permesso che Shaff si procurasse illecitamente vino e altri alcolici». La shaff sarebbe stato infatti in preda ai fumi dell'alcol quando uccise atrocemente, tagliandogli la gola con un coltello che si era costruito da solo, e ritrovato a poca distanza dal luogo del delitto, il Somma che a sua volta veniva descritto come una persona fragile e dedita all'alcol oltre che al consumo di psicofarmaci. E tra le ipotesi che si fecero in un primo momento pareva che una vicenda di alcol e della possibilità di procurarselo illecitamente dietro le sbarre (a partire dalle "razioni" distribuite ai detenuti musulmani osservanti che non lo consumano) potesse essere tra le cause dell'omicidio.
carcere porto azzurro