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Operazione controllo case popolari

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 20 giugno 2006

Una verifica ad ampio raggio sugli occupanti degli alloggi popolari del comune di Portoferraio. Per individuare situazioni di abusivismo o di irregolarità. Da alcuni mesi l’amministrazione portoferraiese avvalendosi della collaborazione delle forze dell’ordine, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza, sta conducendo controlli definiti “a tappeto” per verificare se chi abita in una casa di proprietà del comune, o ha concorso al bando per le assegnazioni, ha veramente i requisiti per farlo. “E’ un atto di giustizia sociale – ha dichiarato il sindaco Peria – dobbiamo disegnare un quadro di regole certe, per garantire i diritti di chi accede avendone realmente bisogno”. La situazione di emergenza abitativa in cui si trova il comune, che con 495 alloggi è terzo per patrimonio di case popolari nella provincia di Livorno, ha fatto scattare l’operazione, la quale come ha precisato l’assessore alle politiche sociali Cosetta Pellegrini, “non è ancora conclusa, e finora è stata discreta e senza spirito vendicativo”. Alessandro Drago, dirigente del commissariato di Polizia, ha spiegato i fronti sui quali si è e si sta indagando. In primis i controlli cercano di accertare che gli alloggi assegnati siano realmente abitati. Una situazione-tipo infatti potrebbe essere la persona anziana che va ad abitare dai figli, senza però inviare comunicazione al comune. Poi si vanno a verificare le eventuali anomalie della domanda di partecipazione al concorso. Possono infatti emergere autocertificazioni falsate ad arte. Più difficile ricostruire invece alcune situazioni, anche di tipo familiare, create proprio per acquisire un maggiore punteggio. Si tratta di andare indietro nel tempo di qualche anno e spesso queste risultano essere “manovre” ai limiti della legge, difficili da dimostrare e contestare. Le forze dell’ordine hanno dapprima individuato dall’esterno alcune situazioni sospette, anche sulla base di segnalazioni. Poi hanno proceduto all’acquisizione ed al controllo della documentazione. Finora sono circa 70 gli accertamenti effettuati, di cui si stanno ancora verificando tutti gli aspetti. Spesso si percepisce il contrasto tra un alto tenore di vita e l’abitare in un alloggio popolare. Il commissario Drago ha spiegato che non sempre questo è sinonimo di irregolarità. Chi ha “ereditato” una casa popolare per successione e si ritrova ad avere un reddito medio non può essere sbattuto fuori dalla porta. Sarà al limite elevato il canone di affitto, che può andare da un minimo di 18 a un massimo di circa 200 euro mensili. L’operazione andrà avanti anche nei prossimi mesi. “Non potevamo non sentire” , ha detto Cosetta Pellegrini riferendosi alla richiesta, da parte dei cittadini, di trasparenza e di rigorosi controlli.


case popolari via carducci portoferraio

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