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A Sciambere del manuale d'urbanistica delle giovani marmotte e di Bob Dylan

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 18 giugno 2006

Cari lettori l'altra sera ho fatto il moderatore finché ci sono riuscito, fin quando cioè Angelo Zini trattando dell'infame barattolo, (nel senso di quel neo-bussolottone cementizio che si realizzerà al posto del capannone ex-ATL: un importante reperto archeologico condannato a morte dall'incuria della soprintendenza e dalla in parecchi sensi miseria comunale) non ha parlato degli oneri di urbanizzazione come fossero una risorsa e fin quando, in copertura, Peria non è partito nella più classica delle sue supercazzole, una cosa del tipo: "Alle scaturigini delle scelte urbanistiche di governo di un soggetto amministrativo gerente un territorio che registra spinte e controspinte - timeo danaos et dona ferentes - economico-speculative e proiezioni demoscopiche affatto (che in questo caso significa del tutto) diversificate rispetto alla figurazione più canonica ..." Già, perchè ci faceva specie che una persona intelligente come Zini, che ha letto qualche libro anche se è più a destra di Clemente Mastella, sopravvolasse su quanto ormai non si trova scritto solo sui testi di urbanistica, ma anche sul Manuale delle Giovani Marmotte. Gli oneri di urbanizzazione possono infatti servire a far cassa, ma è più che dimostrato che una nuova costruzione finisce, nel giro di pochissimi anni, per gravare in servizi sulle finanze del territorio che la supporta (e sopporta) molto più di quanto di quanto si versi in oneri di urbanizzazione al comune. Puntare a mantenersi sul consumo di territorio (che peraltro per costituire fonte consolidata dovrebbe essere senza fine) non è ricetta di sinistra e neppure di centro: è la politica del Monte di Pietà ecologico, dell'inchiodarsi, del firmare dei pagherò ambientali insostenibili. Oltre questo specifico passaggio, l'iniziativa dedicata al rilancio della partecipazione ha fatto registrare, a mio giudizio, dei passaggi positivi a partire dal non disprezzabile (neppure numericamente) numero dei cittadini che è intervenuto e soprattutto che ha posto questioni serie in maniera civile si trattasse di ragionare di problemi del quotidiano, dagli amministratori che non hanno strozzato il dibattito con gli usuali interventi-pippettone. Ma se da una parte era gradevole dialogare con cittadini politicamente "laici" da l'altra c'era da capire il perchè di troppe assenze (ci viene in mente Nanni Moretti: "Mi si nota di più se vado e se non vado?") tra i primi dignitari e sacerdoti delle "debolezze politiche" del centrosinistra portoferraiese. Ad esempio L'Isola e la Città, un soggetto che quando nacque riempì davvero me e molti altri di speraza, era rappresentata in sala dal solo (onore al merito) Andrea Gragnoli. "Come? - mi sono ritrovato a pensare - un paio d'anni fa mi venivano ammannite a getto continuo lezioni sulla partecipazione; spessissimo arrivava qualcuno che (babbo vieni che t'insegno come si pipa) mi spiegava le mie idee senza farmele capire in ordine al dare voce al comune cittadino, e una volta che ci si incontra sul serio con i cittadini non ci si presenta nemmeno al campo sportivo? Che è accaduto nel frattempo? "Where are the flowers gone?" cantava Joan Baez "Dove sono finiti i fiori?" e Bob Dylan cantava "The answer my friend is blowing in the wind" La risposta, amico mio, sta volando nel vento.