Un recente articolo pubblicato sulla stampa è spunto importante per chiarire le modalità con le quali il Parco Nazionale conduce, ormai dal 1998, un’assidua campagna di controllo della popolazione del cinghiale all’Isola d’Elba. Infatti l’ungulato crea gravi problemi alle attività agricole, alla sicurezza pubblica per attraversamenti stradali e per la continua vicinanza ai centri abitati. Gli Uffici dell’Ente ricevono decine di segnalazioni e richieste di intervento urgente per contrastare le incursioni di questi animali. Le attività di controllo vengono realizzate con il sistema dei “chiusini”. Sono grandi trappole costituite da pannelli di ferro aperti superiormente; vengono posizionati in luoghi preferibilmente isolati e nel bosco, all’interno del perimetro dell’area protetta. Il funzionamento della trappola prevede che l’animale, attirato da foraggio, nel caso specifico il granturco, entri attraverso un’apertura di circa 80 per 80 cm, si porti sul fondo della struttura ed azioni un meccanismo di sgancio della porta. Il sistema è assolutamente sicuro poiché concepito per la cattura di animali vivi. Tutti i chiusini sono controllati giornalmente nella mattinata e sono disattivati nel fine settimana mediante legatura della porta. Sulle trappole sono posizionati cartelli esplicativi in 4 lingue che riportano il divieto di accesso alla struttura. E’ fondamentale, per una buona riuscita delle azioni di cattura, che nessuno si introduca all’interno dei chiusini, e tanto meno ci si aspetta che bambini non accompagnati possano vagare nei boschi o zone isolate, andando incontro peraltro a pericoli ben più gravi. Per assicurare comunque la massima diffusione dell’informazione, si tenterà di predisporre una segnaletica rivolta ai più piccoli. Al momento il trappolamento permette il prelievo di un consistente numero di cinghiali, con catture che oscillano tra i 300 ed i 350 cinghiali a stagione, quota rilevante se aggiunta agli altri animali abbattuti con la preziosa collaborazione del personale specializzato della Polizia Provinciale di Livorno. L’efficacia di questo metodo di prelievo, considerato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica quale migliore da applicare all’interno di aree protette, diminuisce per possibili sabotaggi alle strutture. E purtroppo, anche quest’anno, alcune trappole sono state danneggiate con la fuoriuscita di animali già catturati (che evidentemente questi gentiluomini considerano "cose" di loro proprietà ) Niente di più spregevole che vanificare lo sforzo profuso dall’Ente, con danno per l’intera cittadinanza elbana. Si spera che questi atti di inciviltà possano cessare, anche grazie alla preziosa collaborazione di ognuno. (nella foto: il chiusino della Falconaia, dove sono rimasti intrappolati un bambino tedesco ed il suo cane)
Chiusino ridotto cinghiali bagnaia