Lorenzo Marchetti, presidente del parco minerario dell’Elba, si pone l’obiettivo di giungere ad un cartello fra i parchi del comprensorio dei metalli, e allora scrive agli altri presidenti dei parchi minerari e metallurgici che si affacciano sul canale e propone loro una giornata di studio e di riflessione su strutture che sono caratterizzate da una storia millenaria dovuta all’estrazione e alla fusione dei minerali. Scrive Marchetti: «noi rappresentiamo il mondo variegato dei siti minerari d’interesse storico che solo di recente sono stati inseriti nel codice dei beni culturali e del paesaggio. Le nostre attività sono una risposta nuova e propositiva per quel comprensorio dei metalli che dall’isola, alla costa e alla collina è stato penalizzato dalla deindustrializzazione. Un parco culturale, infatti, è un insieme di risorse naturali e storiche che sono caratterizzate da interventi finalizzati a favorirne il godimento attraverso un insieme articolato di servizi. Troppo spesso, però, - prosegue la lettera di Marchetti - siamo considerati i parenti poveri dei parchi ambientali, ma questa è una sottovalutazione immeritata. I fatti parlano da soli, tant’è che ad esempio il parco minerario dell’Elba, seppure fra mille difficoltà politiche e giuridico-finanziarie, è indiscutibilmente l’unico parco che viene percepito da chi sbarca sulla nostra isola». Chiediamo a Marchetti perché nel seminario non abbia coinvolto anche il presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: «lo faremo non appena l’Ente parco avrà i suoi organi statutari che, dopo la nottata buia che lo ha coinvolto, dovranno puntare soprattutto al suo rilancio. Anche un parco ambientale, infatti, sia esso nazionale o regionale, non è solo uno strumento di tutela dell’equilibrio naturalistico, ma è l’Ente che dà impulsi attivi ad un diverso assetto economico del territorio così come esplicitamente prevede l’articolo 14 della legge istitutiva».
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