La frase ''fatti processare, buffone! Rispetta la legge, rispetta la democrazia o farai la fine di Ceaucescu e di don Rodrigo...'', rivolta dal freelance milanese Piero Ricca nel palazzo di giustizia di Milano all' ex premier Silvio Berlusconi, ebbe una ''utilita' sociale intesa come interesse della collettivita' alla manifestazione del pensiero'' su temi cruciali della vita pubblica. Lo sottolinea la quinta sezione penale della Corte di Cassazione, nella sentenza 19509 nella quale sono rese note le motivazioni dell'annullamento con rinvio della condanna alla multa inflitta a Ricca dal giudice di pace di Milano il 18 febbraio 2005, ''per aver offeso l'onore e il decoro di Berlusconi Silvio, presidente del consiglio dei Ministri''. Nei motivi di rinvio gli 'ermellini' indicano al giudice di pace, che dovra' riprocessare Ricca, il ''cammino'' per arrivare all' assoluzione dell' imputato. Alex Beneforti Caro Alex Permettimi una volta tanto di dissentire, non sono per niente d'accordo con le decisioni della Cassazione. Per me le parole del Ricca furono fortemente ingiuriose ed egli andava adeguatamente punito. Paragonare chi tanto importantemente ha contribuito al definirsi del patrimonio culturale italiano ed europeo (come i buffoni, i giullari, i trovatori, gli antichi nomadi dell'arte), ad un cotal incolto torzolo, è imperdonabile. Chiamare "Buffone" Berlusconi dunque non è reato, ma è da discutere se sia giuridicamente (oltre che praticamente) ingiurioso chiamare "Berlusconi!" il prossimo.
miciovignetta constatazione