Occorre una voce sola, di comuni e province, per esprimere al Governo nazionale e al Parlamento il giudizio negativo sulla proposta di legge Finanziaria per quanto concerne i riflessi sugli Enti Locali. Con essa si colpisce l’autonomia degli enti locali, dando vigore all’impostazione (e all’imposizione) centralistica. La prevista riduzione delle risorse potrebbe costringere i Comuni e gli enti locali ad un taglio dei servizi offerti ai cittadini. Proprio i comuni, infatti, sono le istituzioni capaci di cogliere i bisogni, le difficoltà e le emergenze e predisporre le risposte più efficaci. Un ruolo che viene messo penalizzato dai provvedimenti previsti dalla proposta di Finanziaria. Nello spirito federalista, invece, sarebbe importante, per esempio, far sì che la compartecipazione all’Irpef sia legata ai territori e all’andamento dell’economia. E’ necessario, perciò, modificare le previsioni circa il patto di stabilità, la riduzione dei trasferimenti di risorse, le dotazioni organiche e il blocco delle assunzioni. Dell’impostazione della Finanziaria colpisce l’immagine che viene data dei comuni e delle province: enti considerati spreconi, e quindi da porre sotto controllo e sotto tutela senza che le ragioni della sussidiarietà e del governo locale siano prese in considerazione. Quali le possibili conseguenze di una Finanziaria così congegnata? A cosa può portare il blocco della spesa per l’acquisto di beni e servizi al livello del 2001? A cos’altro se non alla riduzione dei servizi? A rischio potrebbero essere soprattutto i livelli dei servizi sociali e di quelli culturali. E il blocco delle assunzioni non porterà ad una riduzione degli stessi servizi quando qualcuno va in pensione? Con quali soldi, inoltre, si pagheranno gli aumenti contrattuali previsti dall’accordo che il Governo ha siglato con i sindacati? Non è che, alla fine, i comuni saranno costretti a ricorrere all’aumento dell’Ici? Ancora: l’eliminazione degli sgravi fiscali per i lavori di ristrutturazione degli immobili non danneggerà le piccole e medie imprese, favorendo il lavoro nero e tagliando un’entrata per i comuni? Il Capo del Governo ha dichiarato che non ci saranno sacrifici per i cittadini e che i sacrifici dovranno farli solo i comuni. Dalle cose finora dette, appare evidente che le ricadute interesseranno tutti i cittadini. Per questo è importante che siano informati. Per questo, le associazioni degli enti locali toscani e nazionali stanno promuovendo una campagna di informazione delle Comunità locali, attraverso dibattiti nei Consigli comunali e provinciali, ed iniziative a livello provinciale degli amministratori locali con i rappresentanti delle categorie sociali ed parlamentari. C’è da augurarsi che gli amministratori di diversi schieramenti politici (come sta già avvenendo) siano uniti nel chiedere che “vengano migliorati provvedimenti che riguardano gli enti locali, garantendo così la possibilità di determinare per il 2003 scelte a livello locale che salvaguardino la qualità dei servizi e sostengano, come è avvenuto questi anni, lo sviluppo delle comunità locali”.