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I Verdi: canoni demaniali "balneari" irrisori, i beni dello Stato non si svendono

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 08 giugno 2006

Il capogruppo alla Camera dei Verdi, Angelo Bonelli, ha scritto al ministro con delega al Turismo, Francesco Rutelli, criticando i canoni demaniali a suo giudizio troppo bassi fin qui pagati allo Stato dai titolari degli stabilimenti balneari. Secondo Bonelli vanno fermati "i privilegi consolidati in questi anni sul demanio marittimo: stabilimenti balneari esclusivi pagano alla Stato cifre irrisorie, spesso meno di quanto un italiano paga di affitto per la propria abitazione". Per questa ragione, il parlamentare dei Verdi chiede l'applicazione di prezzi adeguati agli affittuari e il ripristino di diritti e regole nell'utilizzo del demanio marittimo. A questo proposito, Bonelli osserva che sono circa 6.100 gli stabilimenti balneari in Italia che insistono sul demanio marittimo lungo i 6.700 chilometri di costa. Per i canoni di concessione lo Stato incassa, ora attraverso le regioni, 209 milioni di euro l'anno. "In tutto il paese - prosegue la lettera - sono applicate le tariffe più basse previste dal DM 342/98, quelle a bassa valenza turistica, ovvero 0,72 euro a metro quadro l'anno". Secondo Bonelli, con una corretta applicazione della legge "lo Stato italiano incasserebbe per l'affitto delle sue coste e spiagge circa 1.000 milioni di euro. Secondo fonti del ministero dell'Economia - sottolinea - gli affitti delle concessioni demaniali incidono per lo 0,045 % sino ad un massimo dello 0,07 dei loro ricavi, cioè una nullità. Le nostre spiagge sono praticamente date in affitto a prezzi incredibilmente ridicoli". A questo proposito, Bonelli riporta alcuni esempi. "A Roma uno stabilimento di superficie di 5.000 metri quadrati paga al mese 750 euro. All'isola D'Elba, invece, che seppur con superficie minore occupata, pagano la bellezza di 72 euro al mese, per 600 metri quadrati di concessione. Uno scandalo inaudito che ha sottratto allo Stato italiano negli ultimi 4 anni, 2.000 milioni di euro". Il parlamentare dei Verdi cita poi il decreto 342/98 in base al quale esistono tre aree di costa italiana per l'applicazione dei canoni. La fascia A indica l'alta valenza turistica, la B, la normale valenza turistica, la fascia C la bassa valenza turistica. Bonelli fa poi riferimento all'art.2 del decreto che dice che "qualora i titolari di concessioni turistico-ricreative consentano l'accesso gratuito all'arenile, nel caso che esso sia raggiungibile solo attraversando l'area in concessione, ovvero offrano gratuitamente i servizi generali, i canoni saranno ridotti nelle misure indicate dalla fascia C. Ma in tutta Italia - conclude Bonelli - i canoni applicati sono quelli della fascia C, ovvero bassa valenza turistica e che l'accesso al mare per i cittadini diventa un problema perchè viene imposto il pagamento di un ingresso che può variare dai 2 ai 6 euro a persona, come accade nella provincia di Roma". L'auspicio di Bonelli è che questo stato di cose "sia modificato perché il patrimonio della Stato non puo' essere svenduto"


Fetovaia stipata

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