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Seguendo la logica di A.N.

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 07 giugno 2006

Bon per voi che siete belli vispi! Noi siamo ancora intronati dopo la lunga notte delle elezioni politiche, e spossati dallo stress del pericolo (per ora) scampato dei colpi di coda del Caimano. Ma la discussione sul risultato elettorale di Rio Marina ci ha suscitato qualche pigra riflessione, che offriamo al Direttore perché valuti se vale la pena di pubblicarla. Dunque Rio Marina. Certo: “Asciugati!”. Ma non solo. Come ormai da qualche annetto, alle Amministrative la Destra perde dappertutto. Anche questa volta gli tocca a essere contenti d’aver perso poco in Sicilia, dove la signora Borsellino s’è presa un bel 40% anche contro la Mafia, che davvero non è poco; e a Milano, dove la grande manager Moratti manca poco poco che fa un tonfo epocale. Per il resto è sembrata più o meno una tragedia. Ma l’apparenza inganna: Orbetello è saldamente in mano all’ex ministro Matteoli (e così ci siamo giocati un altro pezzo di paradiso!); e soprattutto Rio Marina è ferreamente in mano all’ex senatore ed ex sottosegretario Bosi, “perché ha amministrato bene, non ha deluso le aspettative della gente, è andato incontro ai problemi della popolazione forse li ha in parte anche risolti ed è stato premiato per il futuro perché proseguisse sulla stessa strada”, come dice la nota di A. N. Bravo Bosi! Per Rio Marina ha trascurato il suo partito (che non lo ha rieletto, perché era sempre all’Elba e lavorava solo per il suo Comune), e il Governo, che non gli ha garantito un posto sicuro, immaginiamo “perché ha amministrato male, ha deluso le aspettative della gente, non è andato incontro ai problemi della popolazione, non li ha neanche in parte risolti, e non è stato premiato per il futuro, per il timore che proseguisse sulla stessa strada”, se vogliamo seguire la logica di A. N., che possiamo applicare anche al Governo Berlusconi nel suo insieme e nelle sue singole componenti. Non sappiamo se il Sindaco Bosi possa continuare a fare anche senza essere senatore e sottosegretario tutte le meraviglie sin qui prodotte, e francamante ci auguriamo di no, almeno se la direzione è quella auspicata da A. N.: “Ultimamente, sulla stampa locale, l’assessore regionale Conti ha tuonato contro le seconde case, che sciuperebbero il bel paesaggio toscano. In alcuni ambiti l’assessore ha anche ragione, ma all’Elba le seconde, le terze, le quarte case, sono le industrie degli elbani, sono le nostre fabbriche, le nostre acciaierie (ambientalmente meno devastanti sicuramente di quelle di Piombino), le nostre Fiat, le nostre concerie (di certo meno inquinanti di quelle che scaricano nell’Arno)”. Qui si comincia a vedere la vera ragione del voto riese. La cultura che sta dietro il giudizio riportato è la cultura della rendita (delle case) e non della produzione (dei servizi), ovvero una cultura precapitalistica, premoderna, quella dei soldi nel materasso o alle poste (che è più o meno lo stesso) e del mattone, che per definizione è a esaurimento, perché non si potrà costruire all’infinito, e perché poi non si saprà più a che affittare le seconde, le terze, le quarte case perché nessuno vorrà venire d’estate in un dormitorio uguale a quello che lascia in città. Le “industrie” degli elbani, invece, sono la professionalità dei servizi per il turismo, la capacità di selezionare un target ottimale e conservarne la fedeltà (è stato detto e scritto tante volte dagli esperti del settore; ma la vecchia mentalità contadina è sorda da questo orecchio), offrendo agli ospiti una qualità ambientale incompatibile con la brama edificatoria di chi non vede oltre il proprio piccolo orizzonte. “In altre parole col voto gli elbani hanno difeso i loro sacrifici, il loro benessere, il loro sviluppo, ed il futuro dei loro figli e forse, senza saperlo, anche la loro libertà perché se si è liberi dai bisogni si è liberi anche politicamente”, conclude la nota di A. N. Non siamo per niente sicuri che questo sia vero. Hanno difeso i loro sacrifici, perché hanno risparmiato in cultura, in apertura di vedute, in professionalità; hanno difeso un benessere che sfugge loro di mano; uno sviluppo che è fermo. Quanto al futuro dei loro figli, se è quello di diventare come i loro padri, ha il sapore del passato (come è stato autorevolmente scritto), di una vita di sacrifici, e via e via. Tutto “come una volta”. Senza accorgersi che il mondo non finisce né all’Elba né a Rio Marina. La nostra “industria” (all’Elba e in Italia) è la qualità alta del territorio. Lo si è capito quasi dappertutto, e a livello amministrativo la scelta “a sinistra” significa l’acquisizione di questa consapevolezza. In realtà si tratta, ancora una volta, di una apertura di credito. Se possiamo parafrasare il Direttore, la “sinistra” rischia di perdere una battaglia prima culturale che politica nei confronti della “destra” e della pochezza politica che ha intorno. Il rischio è di non riuscire a spiegare e a realizzare un modello di sviluppo che davvero, e sul lungo periodo, sia capace di creare benessere, sviluppo, e libertà, fondato su una concezione “alternativa” alla destra perché solidale, consapevole della ricchezza costituita dalla qualità ambientale, egualitaria. Questo l’impegno dei prossimi anni, e forse l’ultima chance. E Rio Marina? Ma Bosi e Cuffaro non sono dello stesso partito? Il futuro è l’UDC? O la DC? Medioevo prossimo venturo.


Primula Rossa Fiori Piante

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