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Vaste aree dell'Elba orientale infestate da bruchi che divorano il bosco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 07 giugno 2006

C'è un killer in azione nei boschi del versante orientale elbano, è un lepidottero, si chiama Lymantria Dispar ed ha provocato in pochissimi giorni la spoliazione di vaste aree boschive: la macchia dell'Elba che sta ad est è segnata da preoccupanti strisciate di colore più chiaro, a Nisporto, Nisportino, sul Volterraio al Giove al Termine sulla Parata: l'elenco delle zone contaminate da migliaia e migliaia di voracissimi bruchi si sta allungando. Stando alle conoscenze scientifiche i lepidotteri in questione dovrebbero prediligere querce e lecci, ma ci dicono che l'ondata distruttrice non ha risparmiato alcun tipo di pianta, alberi da frutta e perfino gli indigesti eucalipti sono stati spogliati. A segnalarci il fenomeno, sabato, quando non aveva raggiunto ancora queste proporzioni, anzi pareva confinato nella valle di Nisporto era stata Catalina Schezzini il Sindaco di Rio Nell'Elba, ma in realtà sia la Comunità Montana che il Corpo Forestale dello Stato erano già stati avvertiti dai locali ed avevano preso visione di quello che stava accadendo dal precedente mercoledì. A noi martedì mattina giungeva una allarmata telefonata della signora Elia Carletti che ci convinceva a portarci sulla costa nord riese, per constatare direttamente quanto stava accadendo e ci trovavamo di fronte ad uno spettacolo impressionante: sopra Nisporto una chiazza, diversi ettari di bosco "decolorato" che però non rendevano la misura del danno, quelle erano infatti le porzioni di verde già divorate, i bruchi erano già altrove a masticare altre piante. Cominciavamo allora a contattare le autorità competenti per capire che cosa si stava facendo, ricavando però l'impressione che l'infestazione (e soprattutto) le sue dimensioni ed il suo repentino dilagare aveva preso un po' tutti in contropiede. E la prima sensazione che ricaviamo, mentre si attende la visita degli esperti dell'Istituto Sperimentale di Zooprofilassi Agraria di Firenze, che l'Assessore della C.M. Pinotti annuncia per i prossimi giorni, è che per fare presto sia tardi. Il metodo efficace per contrastare la Lymantria Dispar è il controllo biologico con l'immissione nell'ambiente di "Bacillus thurinaiensis kurstaki" ma la misura funziona quando la Lymantria è una giovane larva, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio. L'assessore non esclude che nei prossimi giorni si proceda all'inseminazione dei bacilli con l'elicottero, resta da vedere (pare di capire) se realmente la procedura sia, a questo punto, utile. Chi certamente lavora con efficacia contro le Lymantria è il tempo: tra non molto giorni i bruchi si trasformeranno nelle crisalidi che daranno poi origine alle farfalle ed il tiro della prevenzione andrà spostato sulla prossima generazione. Intanto si stanno mappando le zone infestate e ci si prepara a dare agli abitanti le informazioni perchè prendano le precauzioni necessarie anche se il coleottero dà molti meno problemi (ad esempio allergenici) di suoi consimili come la più nota "processionaria". Quanto al perchè di un fenomeno di così vaste proporzioni (degli anziani abitanti del posto hanno assicurato di non avere mai visto niente del genere negli ultimi settanta anni) anche il Corpo Forestale al momento fa solo ipotesi in un range ampio dal ciclo naturale agli squilibri climatici. Per quando riguarda la valutazione del patrimonio boschivo effettivamente perso, occorrerà attendere diversi mesi per capire quali piante riusciranno a rigenerare foglie dopo aver resistito "nude" alla stagione e quali tra di loro seccheranno. Si potrà fare intanto qualcosa per arginare il fenomeno ed per diminuire i disagi della popolazione? Ad ore ormai dovremmo saperlo, certo è che in vaste zone dell'Isola quella dei bruchi è un'emergenza.


Nisporto Lymantria

Nisporto Lymantria

Lymantria despar

Lymantria despar

Lymantria despar

Lymantria despar