L’analisi del voto delle elezioni amministrative di Rio Marina, che ha fatto Elbareport in data 30 maggio 2006, forse a firma dello stesso direttore, è del tipo più volte usato in campo politico per cercare di giustificare sconfitte elettorali. Tali argomentazioni non sono nuove tra i commentatori politico-giornalistici. In sostanza Elbareport sostiene che a Rio Marina in particolare, e sull’Elba in generale, la sinistra è stata poco “ rossa“, ha inseguito le tematiche della destra e su questo terreno è stata sconfitta perché l’elettorato ha premiato chi meglio della sinistra sapeva gestire quel tipo di politica . Vengono poi elencati una serie di esempi negativi (specie di nefandezze) tipici della politica di destra sul territorio. Sarebbe stato forse più onesto fare un discorso più “terra terra“ da semplice uomo della strada. “A Rio Marina il centrodestra ha vinto perché ha amministrato bene, non ha deluso le aspettative della gente, è andato incontro ai problemi della popolazione forse lì ha in parte anche risolti ed è stato premiato per il futuro perché proseguisse sulla stessa strada“. Certamente questo non può essere ammesso dalla sinistra elbana che presenta analisi politiche semplicistiche ed ormai consunte. Ha colto più nel segno il Coluccia, nella sua analisi del voto, anche se espresso in un linguaggio tutto politichese, quando attribuisce l’insuccesso elettorale della sinistra all’Isola d’Elba “… all’assenza di un baricentro riformista che ha indebolito la capacità attrattiva del centrosinistra elbano..” E’ da più di cinque anni che, traendo spunto da presunti scandali amministrativi ed incresciosi fatti giudiziari le cui responsabilità sono tutte da dimostrare, la sinistra elbana cerca di impedire un qualsiasi tipo di sviluppo. Viene presa come alibi la salvaguardia dell’ambiente per criminalizzare una intera comunità. La fondazione Caponnetto esterna continuamente di Mafia (sottintendendo che qui c’è mafia), viene invitato sull’isola una degna persona come don Ciotti per poi concludere che bisogna creare un super organismo di controllo e di denuncia della attività edilizia, come se sul territorio non operassero già organi preposti dello Stato come il CFS, i carabinieri, i vigili urbani, la Guardia di Finanza ed infine una magistratura non certo tenera (giustamente quando è il caso) per i reati ambientali ed edilizi. A seguito delle alluvioni ci sono ondate, non più di acqua, ma di critiche ad un certo sviluppo, che è sì disordinato, ma sarebbe bastato per evitare tanti danni che Stato e Regione avessero stanziato prima i soldi per allargare e ripulire i corsi d’acqua ed adeguarli alle nuove necessità climatiche, prevenendo e non rimediando poi. La Regione Toscana approfittando di questo clima di caccia alle streghe impone un piano strutturale unico che non tende solo ad armonizzare le risorse dell’intero territorio tra i vari comuni (che sarebbe cosa buona e giusta) ma si sostituisce ad essi nella gestione in contrasto con le stesse leggi sulla autonomia locale che essa stessa si è data. Ultimamente, sulla stampa locale, l’assessore regionale Conti ha tuonato contro le seconde case, che sciuperebbero il bel paesaggio toscano. In alcuni ambiti l’assessore ha anche ragione, ma all’Elba le seconde, le terze, le quarte case, sono le industrie degli elbani, sono le nostre fabbriche, le nostre acciaierie (ambientalmente meno devastanti sicuramente di quelle di Piombino), le nostre Fiat, le nostre concerie (di certo meno inquinanti di quelle che scaricano nell’Arno). In altre parole col voto gli elbani hanno difeso i loro sacrifici, il loro benessere, il loro sviluppo, ed il futuro dei loro figli e forse, senza saperlo, anche la loro libertà perché se si è liberi dai bisogni si è liberi anche politicamente. Augurandoci che la sinistra prosegua in una politica più rossa, aspettiamo che il disgelo arrivi anche a Rio Elba rimasto l’unico paese elbano dell’est geografico e politico. Coordinamento elbano di Alleanza Nazionale Evidentemente non ci siamo spiegati bene, crediamo anche noi che il Senatore Bosi abbia amministrato non bene ma perfettamente (dal punto di vista della destra, della sua cultura, dei suoi valori). Il fallimento politico della sinistra riese sta proprio nel fatto di aver perso una battaglia prima culturale che politica nei confronti di Bosi e della pochezza politica che ha intorno. La noce di questa sconfitta non sta nell'assenza di un centro di gravità permanente riformista di Battiato-Coluccia, sta esattamente nel suo contrario, nella perdita di identità culturale della sinistra, nel suo allontanarsi dal rigore della lezione di Berlinguer nel non contrastare le sirene della berlusconian way of life, nel cedere terreno all'individualismo, al privatismo nell'uso del territorio, nell'essere "comprensivi" con le più liberiste idee della destra. L'errore insomma è stato fare concorrenza alla destra spostandosi a destra, cessare di praticare un'etica di sinistra e di conquistare altre coscienze ad una visione di sinistra (ergo solidale, ambientalistalista, egualitaria) del mondo e di Rio Marina. Quanto ai presunti scandali il termine "presunti" a nostro parere è forzato solo dal garantismo. Tanto per restare ad uno solo dei molti casi venuti alla luce, non hanno cantato abbastanza chiaro per A.N. le intercettazioni che hanno condotto davanti ai Giudici genovesi due prefetti un giudice e (di rinterzo) un ministro della Repubblica (peraltro di A.N.)? Caccia alle streghe? Ma di quale caccia alle streghe si va cianciando quando da tre anni a questa parte Magistratura, Carabinieri, Guardia di Finanza, CFS etc denunciano a getto continuo amministratori e privati per reati ambientali o con risvolti ambientali? Sono, questi soggetti, tutti asserviti agli ambientalisti, agiscono su mandato della Fondazione Caponnetto? Diciamo in maniera calma e pacata che all'Elba si confrontano due filosofie: una ispirata ad un consumo ed uso del territorio (che a nostro giudizio è abuso) in cui si riconosce A.N., ed un'altra molto più preoccupata della conservazione della risorsa ambiente nella quale ci riconosciamo. Alla politica spetta il compito di mediare sulla sostenibilità dello sviluppo e quindi anche tra queste opposte posizioni. Non ci tiriamo indietro, ma allora parliamo di fatti, di realtà (urbanististiche, giudiziarie etc) di metri cubi e sentenze, e non delle brache di nonna.
comune di Rio Marina