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La giornata mondiale dell'ambiente

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 06 giugno 2006

“Finalmente il governo torna a parlare di ambiente. E non solo per proporre condoni edilizi o per trovare il modo di aggirare i parametri del protocollo di Kyoto sulle emissioni, ma per affrontare i nodi della politica energetica e dei cambiamenti climatici”. Così Roberto Della Seta presidente nazionale Legambiente ha commentato le dichiarazioni del ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio e Romano Prodi rilasciate oggi in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente istituita dall’Unep (Programma ambientale delle Nazioni Unite), dedicata al problema della desertificazione, nuova emergenza del millennio. L’inaridimento dei suoli arriva fino alle porte di casa nostra: in Italia 16.100 Kmq, pari al 5,35% dell’intero territorio nazionale, sono colpiti dal processo di desertificazione. Secondo l’Unione europea però, ben il 27% del nostro Paese è in qualche modo interessato da processi di inaridimento del suolo, con il 47% di aree aride, semiaride e sub umide secche destinate a trasformarsi in aree degradate in Sicilia, il 31,2% della Sardegna, il 60% della Puglia e il 54% della Basilicata. Le forme più dannose di uso non sostenibile della terra sono lo sfruttamento eccessivo del pascolo e delle coltivazioni, la deforestazione e le scarse pratiche di irrigazione. Sono degradate il 70% delle terre aride nel mondo, ovvero circa 36.000 milioni di ettari. E se il 5% del territorio nazionale soffre il fenomeno per cause climatiche, il restante 25% è dovuto all’attività dell’uomo: l’agricoltura intensiva, il turismo, l’industria, l’attività estrattiva e l’urbanizzazione. “L’intensificarsi di eventi metereologici estremi – ha continuato Della Seta – conseguenza della pressione dell’uomo sull’ambiente, è un fattore destinato a peggiorare, a meno che non si inneschi una inversione di tendenza che inizi da politiche energetiche in grado di portarci fuori dall’utilizzo quasi esclusivo del petrolio. Purtroppo la qualità ambientale in Italia paga il prezzo di anni di immobilismo e decisioni sbagliate, e sul fronte energetico i nostri consumi continuano a galoppare. Su solare, termico e fotovoltaico, siamo praticamente all’anno zero: 8 mq ogni 1.000 abitanti di pannelli per il solare contro una media europea di 34 mq. Infine le nostre emissioni di anidride carbonica – ha concluso Della Seta - sono cresciute, dal 1999 ad oggi, dell’11%, mentre nel resto dell’Europa sono diminuite dell’1,7 %”. Per Legambiente la scelta delle priorità energetiche italiane nei prossimi anni deve rispondere ad obiettivi precisi: puntare alla riduzione dei consumi energetici di almeno il 20%, realizzare un forte sviluppo delle fonti rinnovabili che arrivi a produrre il 25% dell’energia elettrica; aumentare l’efficienza e la sicurezza della rete nella prospettiva di una generazione diffusa, puntare sul gas come energia possibile di transizione. La generazione di energia distribuita nel territorio e nelle città dovrà soddisfare i fabbisogni termici in primo luogo attraverso il solare termico e le centrali di microcogenerazione a metano e i fabbisogni elettrici integrando le potenzialità delle diverse fonti rinnovabili nei territori (solare fotovoltaici, eolico, biomasse, mini-idroelettrico) con le più efficienti tecnologie e una profonda ristrutturazione energetica e bioclimatica degli edifici (che riguardi gli usi razionali dell’energia, gli sprechi nelle abitazioni, l'utilizzo del solare passivo e termico, l’uso di elettrodomestici e impianti ad alta efficienza).