Non parlerò di lotte epiche tra personaggi pseudo mitologici, ma delle perplessità che destano certi comportamenti umani quando, di fronte a problemi di medesima natura, intraprendono vie completamente difformi e “ignote” per “l’umile amministrato”. E’ di questi giorni la notizia dell’aumento della tariffa sui rifiuti da parte del Comune di Portoferraio e del compimento del lavoro di riorganizzazione amministrativa dell’altra partecipata comunale "Cosimo De' Medici srl". Da un lato si dice che Esa “è vicina al collasso finanziario” e, pare di capire, per questo è necessario e irrinunciabile procedere all’incremento della tariffa pari al 19%. La tariffa in valore assoluto aumenta di oltre 700.000,00 euro.(dato prudenzialmente presunto). Sia chiaro che questo incremento però non è destinato a sanare la situazione finanziaria predetta, ma destinato a coprire i maggiori costi entrati a far parte del conto economico di Esa. Quindi, rispetto al 2005, nel 2006 Esa prevede di dover affrontare maggiori costi per circa 700.000,00 euro(se non di più) salve le procedure, giuste e ineccepibili, per ottenere i versamenti relativi ai contratti di servizio in corso con gli altri comuni elbani. Preso atto, pertanto, che la "Cosimo De' Medici srl" ha risolto tutti i problemi gestionali che finora avevano impedito un corretto sviluppo della partecipata (nelle varie comunicazioni l’Amministrazione però non ha ancora ufficializzato il risultato dell’esercizio 2005), è opportuno tornare ad analizzare i problemi di Esa spa . Occorre focalizzare l’attenzione su questo punto: i costi rispetto al 2005 aumentano di oltre 700 mila euro. La tariffa non può servire per finanziare servizi diversi da quelli tipici della gestione dei rifiuti ed, al contempo, il Comune non può consentire che il gettito della tariffa sia superiore ai costi da sostenere. Quindi si aumenta la tariffa solo quando i costi aumentano. Semplice è, concludere, che il Comune aumenta la tariffa di circa 700.000,00 euro perché i costi di gestione dei soli servizi collegati alla gestione del ciclo dei rifiuti. Un incremento di tale portata dei costi trova solo riscontro nell’incremento dei costi di smaltimento? Probabilmente esiste una concorrenza di cause. Ai costi di smaltimento si affiancheranno anche costi di personale, generali, amministrativi e così via. E’ lecito allora porsi una domanda. L’amministrazione Peria dal suo insediamento ha fatto un grosso e “puntiglioso” ed volte “cattivo” lavoro di verifica sui problemi della "Cosimo De' Medici srl" .Certamente si è trattato di un atto legittimo ed opportuno che sta dando i suoi frutti.Un atto dovuto. Nella considerazione che, dati alla mano, Esa spa ha inciso (tramite i trasferimenti compensativi) negli anni passati ed incide (tramite l’operazione di ricapitalizzazione) dal 2005, per valori dieci volte maggiori sulla stabilità del bilancio del Comune di Portoferraio e sulle tasche dei cittadini , perché non si fa una altrettanto attenta, “puntigliosa” e “cattiva” opera di verifica dei problemi interessanti Esa? Perché non si invita il Professor Carrozza ad aiutarci a risolvere il problema dell’incremento spropositato di detti costi ed ad individuare un miglior assetto organizzativo?. E’ giusto chiedere alla Regione ed alla Provincia, così come da anni è invocato da più vie, di intervenire per “sbloccare” il problema dei rifiuti all’Elba. E’ altrettanto giusto chiedere un riconoscimento legale alla “specificità dell’Elba” così come aveva chiesto il Sindaco precedente tramite l’intervento dell’Ancim. E’ altrettanto opportuno e doveroso, però, procedere alla verifica se la struttura organizzativa, tecnico-amministrativa, non possa essere migliorata. Gli attuali componenti della Giunta Comunale ed in particolar modo il Sindaco, anche ai tempi in cui rappresentavano la minoranza, hanno sempre puntato il dito sulla Cosimo e mai si sono chiesti come procedeva Esa. Ci si “scannava” per “pentole e padelle” e non ci si accorgeva che a causa di Esa non si rispettava il, caro a tutti, Patto di Stabilità. Nonostante l’elettorato elbano avesse inviato in Consiglio Provinciale addirittura un “Presidente del Consiglio Provinciale”, dal 1999 al 2004, nessuno ha mosso un dito. Questa amara constatazione può trovare giustificazione solo in uno di questi due elementi: o miopia politica grave oppure un “consolidato” pregiudizio che le opere iniziate “dai nostri” vanno tutte bene mente quelle avviate “dagli altri” vanno “costantemente vagliate, monitorate e, possibilmente, ostacolate” e per aggraziarsi o ringraziare qualcuno anche, addirittura “infangate”. Nessuno ha fatto un sussulto quando Esa si è “vista appioppare” quel “gioiello” di nome “impianto di gassificazione del Buraccio”, ma silenti e solidali si è consentito che il precedente gestore ci passasse a libro paga tutto il personale (dieci unità), con tutti i problemi economici e di liquidità che ne sono derivati. Eppure la Corte dei Conti esisteva anche allora. Tutto questo accadeva e si continuava a parlare di “pentole e padelle”, ci si divertiva a fare gli investigatori. Gli allora consiglieri di minoranza, giravano per gli uffici del Comune alla ricerca delle loro verità, ma proprio Esa non li ispirava. Ora ci raccontano che la Cosimo è “sistemata” ma non è data alcuna cifra in ordine al risultato dell’anno 2005. Ci dicono che Esa diverrà più efficace nel 2006 ma non ci dicono come si chiude il bilancio 2005. Sarà stata sufficiente quest’anno la politica degli ammortamenti per raggiungere un risicato utile? Sarà stato sufficiente innalzare unilateralmente, con una affrettata e sbilanciata assemblea , a novembre 2005 le tariffe applicate (da gennaio 2005) ai comuni in maniera da “traslare” su questi i maggiori costi e le inefficienze del 2005 per raggiungere un risicato utile? Di questo ancora non si sa nulla. Mentre i Comuni trovano, da anni, nelle leggi finanziarie limiti alla spese corrente ed in conto investimenti, mentre i comuni non possono assumere personale, Esa non riesce a diminuire di neanche il 5% all’anno i propri costi e, stoicamente, si è portata a casa tutti i dipendenti di Daneco ed incrementato i propri dipendenti amministrativi. Per poco non ci toccava anche il direttore tecnico. Senza rinunciare a chiedere gli aiuti ed i finanziamenti a Regione, Provincia e, perché no, allo Stato non si rinunci, con altrettanta convinzione, a verificare l’effettiva “capacità operativa” della partecipata. Si concluda, finalmente, l’operazione di valutazione del patrimonio netto di Esa al fine di fornire dati certi ai futuri soci. Ci si adoperi per definire alcune questioni tecniche che altrimenti bloccheranno indefinitivamente l’ingresso dei comuni in Esa (di chi è il capannone alla Casaccia? Si è sicuri di essere perfetti “proprietari” dell’impianto del Buraccio? In Conservatoria, che è un ufficio dedicato alla “pubblicità immobiliare” che tutti possono tranquillamente visitare, non risulta nulla se non l’acquisto di quota parte di terreni su cui dovranno essere costruiti nuovi impianti. Ma quali nuovi impianti? Il Buraccio è lì da tempo. Si può chiedere conferma agli abitanti del luogo che sulla presenza datata potranno fornirci notizie anche “a naso”) Si dica chiaramente quanto i soci, in beni e/o denaro, dovranno apportare per entrare a far parte di questa, detta alla livornese, “azienda”. Si eviti, infine, di dire che tutti i problemi vengono solo dai “Comuni che non pagano” e che la colpa è solo della Provincia. Sia dato atto anche del fatto che, la partecipata è senza controllo e guida da anni, che lo stesso metro utilizzato per la Cosimo deve essere utilizzato per Esa. Si dica che anche i”nuovi” non hanno fatto granchè in questi due anni. La responsabilità di Governo non esiste solo quando si avallano gli aumenti. L’impianto non ha mai funzionato in questi due anni. Sono stati spesi settemilioni di euro solo per garantirsi spazi di stoccaggio e spesi migliaia di euro per portare i rifiuti a fare una “giratina” in “continente”. Altrimenti, dice bene quel lettore, i collassi vengono non solo ad Esa ma anche a tutti i soggetti tenuti al pagamento della tariffa. A proposito di comuni che non pagano, a pagina VII cronaca locale del “Il Tirreno” dell’11 marzo 2006 tra i comuni inadempienti risultava elencato anche lo stesso Comune di Portoferraio per circa 1.350.000,00 euro.
buraccio rifiuti