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Pezzo sull'alluvione, ripescato 200 giorni dopo

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 15 aprile 2003

Mentre si dibatte sulle cifre reali che arriveranno (o non arriveranno) agli operatori economici isolani per i danni subiti il 4 di Settembre, emerge un articolo scritto da Bruno Paternò all'indomani dell'evento. Elbareport sarebbe stata varata solo dopo 45 giorni e questo articolo - ci dice l'autore - bussò a diverse porte, ma non trovò casa. A noi è piaciuto e lo riproponiano a 200 giorni da quei fatti ed a ridosso di una stagione turistica che si prevede non esaltante, e non solo - almeno a nostro avviso - per le sfavorevoli congiunture internazionali. Può, crediamo, servire ancora per diverse utili riflessioni. Il sole e’ tornato e le ferite si stanno rimarginando. La pioggia ha fatto sicuramente molti danni ma la stampa li ha leggiadramente moltiplicati per mille. Non una voce si e’ alzata a dire e far sapere, tramite la televisione di Stato e la Stampa, che l’isola d’elba aveva si tre o quattro alberghi feriti ma che ne rimanevano 240 aperti, funzionanti e, guarda caso, con centinaia di dipendenti da ricompensare, sia con gli Ospiti presenti che con gli Ospiti assenti o persi per strada, previa disdetta dell’ultimo minuto. ( le disdette si contano a migliaia per i seguenti motivi : le strade sono interrotte, manca l’acqua potabile, le carogne degli animali navigano nel porto di San Giovanni, il mercurio ed il cloro e l’arsenico della discarica comunale di Campo hanno infettato l’acqua e via di questo passo ) E’ triste constatare come nessuno di quelli che ne avevano titolo ed obbligo, abbia pensato ai colleghi ed al Turismo in generale ed al compito istituzionale Loro conferito. Il silenzio delle Associazioni preposte, o la mancanza di pressione sui Media, che continuano a propalare immagini disastrate e disastrose, mi indignano e mi fanno infuriare piu’ delle prevedibili, ed in parte arginabili, conseguenze del temporale del 4 settembre. Se la strada del turismo elbano e’ fatta di questo pressappochismo e di fatalismo e di noncuranza (ed anche di un bel po’ di vaffanculismo), a me appare molto breve, molto tortuosa e diritta diritta, in discesa, verso il baratro. Se il mondo del turismo non e’ neppure capace di far pulire i fossi di scolo delle acque, o addirittura di pulirseli per conto proprio, laddove le cosidette autorita’ non arrivano, e’ meglio chiudere bottega, magari affidando il tutto a qualche compagnia di navigazione che risolvera’ i problemi propri facendo, quale visita guidata ad un’isola che non esiste piu’, la circumnavigazione dell’ isola verde & blu, a prezzo variabile e mai costante, e neppure corretto, a seconda di come gli gira … l’elica. Bene quindi, tutto non va come previsto e tutti siam contenti. p.s. si e’ anche molto sentita la mancanza di un Ufficio APT che rimanesse aperto fino a tarda notte per aiutare i turisti a trovare alloggi di fortuna o presso altri alberghi disponibili, un po’ come succede per Ferragosto; questo mi addolora moltissimo.


Procchio alluvione 2002

Procchio alluvione 2002

Procchio alluvione 2002 campo all'aia

Procchio alluvione 2002 campo all'aia