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Controcopertina: Porto turistico a San Giovanni, un gioco che non vale la candela

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 23 maggio 2006

Sintesi delle nostre osservazioni ai progetti presentati per realizzare un porto turistico a San Giovanni Si avvicina il quindici giugno, giorno in cui è fissata la Conferenza di servizio che deve esaminare i progetti preliminari dei porti turistici presentati dalla Teseco, Sales, Esaom e Cooperativa Marina di San Giovanni per realizzare un porto turistico a San Giovanni e le relative osservazioni che si possono così sintetizzare: Viabilità Nessuno dei progetti presenta soluzioni di viabilità, requisito necessario nei progetti preliminari previsti dal regolamento applicativo del Decreto Burlando. L’incrocio a raso tra la provinciale e via Leone Damiani, che consente l’ingresso nella frazione di San Giovanni, è già estremamente pericoloso e non consente ulteriori incrementi di flussi veicolari. Parcheggi Nessuno dei progetti presenta soluzioni per i parcheggi, anche questo requisito necessario nei progetti preliminari previsti dal regolamento applicativo del Decreto Burlando. Non c’è nessun motivo di concedere a servizio del porto turistico, iniziativa privata di investimento immobiliare, l’area comunale di San Giovanni quando l’aspettativa della cittadinanza è quella di utilizzarla per: - verde pubblico a complemento del percorso pedonale e ciclistico dalla Darsena alle Grotte fino ai Magazzini, - uso sportivo spostando a San Giovanni la funzione del campo di calcio del Carburo e destinando quest’ultima area a parcheggio urbano in un’area a forte espansione di servizi e comunque collegabile col centro da servizi pubblici terrestri, - alaggio di piccole imbarcazioni, - parcheggio con un limitato numero di posti a servizio dell’abitato di San Giovanni e dell’adiacente campo sportivo comunale di atletica. Assetto idrogeologico I progetti Teseco, Sales, Esam prevedono il banchinamento del lungomare nell’area urbanizzata di San Giovanni. Questi progetti non sono compatibili con l’assetto idrogeologico dell’area, già individuata ad alta pericolosità idraulica, perché provocano l’aumento del rischio idraulico. Aspetto paesaggistico I progetti Teseco, Sales, Esaom propongono delle opere di altezza tale che interrompono la prospettiva tra la frazione di San Giovanni e Portoferraio e per questo non sono da prendere in considerazione. Il progetto della Cooperativa Marina di San Giovanni propone un’estensione a mare eccessiva che la Conferenza di servizi, per evitare un rilevantissimo danno al paesaggio, potrebbe prescrivere che venisse contenuta. Infatti l’opera a mare prevista dal progetto della Cooperativa Marina di San Giovanni oltrepassa le indicazioni del precedente e annullato piano comunale dei porti individuando un prolungamento del pontile del Chicchero di oltre 200 metri collegato ad un arco di 500 metri che va a chiudere verso la punta delle Grotte. Saranno utilizzabili circa 2800 metri di banchine capaci di ospitare anche 700 imbarcazioni. Gli ultimi 200 metri dell’arco costituiscono un ostacolo visivo alla prospettiva reciproca tra le fortezze di Portoferraio da una parte e San Giovanni dall’altra, con la villa romana delle Grotte, il podere di San Marco e l’edificio storico di archeologia industriale del Mulino, tutelati dal Piano strutturale vigente e dal regolamento urbanistico in corso di approvazione. Attualmente l’unico punto di vista che consente di ammirare liberamente la prospettiva della Darsena e delle fortezze di Portoferraio è offerta dal litorale di San Giovanni, nel tratto tra il Mulino e il Podere San Marco, e dalla strada provinciale prima della salita delle Grotte. Viceversa la prospettiva che si percepisce dal lungomare della darsena di Portoferraio è quella della collina boscata della villa romana delle Grotte che degrada a destra verso il parco del podere San Marco e si chiude con l’edificio del Mulino. Il Parco territoriale delle Grotte e di San Marco è un’invariante del Piano strutturale e comprende una chiesa della fine del XVI secolo, e una villa dell’inizio del XVIII secolo immersi un podere agricolo di sei ettari che conserva le caratteristiche del paesaggio toscano, che fanno parte della storia della fondazione di Cosmopoli, come documentato nella storia dell’Elba del Ninci. L’edificio del Mulino, realizzato con questo scopo nella prima metà del XIX secolo con un impianto che ricorda le architetture dei Coppedè, è un esempio di archeologia industriale di valore nazionale. L’opera prevista provocherebbe danni irreparabili al paesaggio con un impatto negativo all’immagine turistica dell’Elba e di Portoferraio per le inevitabili critiche che verranno riprese dalla stampa nazionale ed internazionale. Dalle considerazione precedenti consegue che, per rendere compatibile dal punto di vista paesaggistico il progetto della Cooperativa Marina di san Giovanni, occorre che la Conferenza di servizi prescriva che la testata dell’opera sia spostata verso ovest per 200 metri e che non venga realizzata la prevista torre. Infine occorre inoltre ricordare che: - le dichiarazioni del sindaco Peria ai cittadini di San Giovanni nel corso dell’ultima campagna elettorale, che hanno permesso alla lista Portoferraio Domani di conseguire un notevole successo nel seggio della frazione, erano contrarie ad opere di grande impatto come tutte le ipotesi progettuali quelle in corso di esame, ma a favore di una nautica minore basata sul prolungamento dei pontili esistenti e della diga foranea; - la percentuale dei residenti a Portoferraio e all’Elba tra i soci della Cooperativa aventi diritto al posto barca è molto bassa perché molti soci residenti non hanno sostenuto le spese per il progetto rimanendo esclusi dal diritto all’assegnazione del posto; - i 72 soci del Circolo di San Giovanni, attuali titolari di una concessione in quell’area, saranno inevitabilmente obbligati a sostenere ingenti spese per trasformare il loro attuale posto barca in quello proposto dalla Cooperativa della Marina di San Giovanni; - La necessità di armonizzare, dal punto di vista urbanistico e della sicurezza della navigazione, la presenza di nuove strutture portuali nella rada di Portoferraio dove già insistono i movimenti del porto turistico della Darsena medicea, delle navi da crociera, del porto commerciale (con in alta stagione quattro movimenti di navi all’ora), delle autorità marittime, della pesca, dello scalo petroli, dei cantieri navali destinati a trasformarsi in porti turistici, di altri circoli nautici e della nautica minore; - l’annullamento del precedente piano comunale dei porti e il varo del nuovo regolamento urbanistico, determina l’opportunità – per non invalidare la procedura prevista dal Decreto Burlando - di riaprire i termini per presentare altri progetti. Pertanto è da valutare attentamente l’opportunità di creare una struttura portuale che crea un irreparabile danno su natura, ambiente e paesaggio, insediata su una parte molto pregiata del demanio pubblico terrestre e marino, destinata ad ospitare barche stanziali principalmente di proprietà di non residenti, producendo rendita immobiliare privata di non residenti, senza nessun indotto all’economia locale.


aerea rada portoferraio San Giovanni

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