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Questione di stile. I verdi replicano a Marchetti

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 20 maggio 2006

Se Prodi avesse avuto degli ambientalisti l’idea caricaturale che mostra di averne Lorenzo Marchetti nel suo comunicato, al governo ci sarebbe ancora Berlusconi. Strumentalizzando una frase di Mussi, riferita evidentemente all’amicizia Matteoli-Barbetti, Lorenzo Marchetti sferra un poco intelligente attacco (ad una settimana dal voto di Rio Marina!) alla sola idea che possa essere un Verde (“amichetto del Ministro“) o un ambientalista il prossimo Presidente del Parco Nazionale. Nel caso fosse stato Fabio Mussi il Ministro dell’Ambiente i Verdi dell’Arcipelago ne sarebbero stati ugualmente lieti; chissà se Marchetti avrebbe comunque sentito il bisogno di dichiarare pubblicamente che “non è condivisibile il metodo che vuole il futuro Presidente del Parco con la stessa tessera del partito del Ministro dell’Ambiente”. Crediamo di no, perché il suo sembra un veto ipocrita ad un’intera cultura (politicamente inaccettabile tra alleati). Noi pensiamo che la ‘competition’ all’interno di uno schieramento unitario sia legittima ma che sarebbe un tragico errore spingerla fino al limite della delegittimazione degli alleati; lo spirito giusto è quello che i Partiti (e la società civile) mettano in campo per una carica pubblica le forze migliori che hanno, adatte a quel ruolo, con l'obiettivo di coinvolgerle poi tutte o quasi (se sono valide servono) a prescindere da chi sarà il Numero Uno. Altrimenti l’Unione non regge. Questo sul metodo. Prendendo sul serio l’argomentazione di merito di Marchetti, e cioè che “la vera sfida è tra chi intende il Parco solo come tutela naturalistica e chi lo vuole attore attivo per un diverso assetto economico del territorio”, vale allora la pena ricordare come in tutto il mondo sia assodato il fatto che, se in un’area protetta c’è o si può perseguire lo ‘sviluppo sostenibile’ è perché nella stessa area è stato difeso il concetto di conservazione della natura; ed è infatti questo il motivo per cui si fanno i Parchi Nazionali, per il quale ogni anno crescono in percentuale i turisti che scelgono le aree protette e gli elbani ricevono reddito da decine di migliaia di sub e velisti, amatori del trekking e della mountain bike, escursionisti che vengono all’Elba tutto l’anno (scrivendo sul libro degli ospiti del Park Point, “tenete più pulito, costruite di meno, curate i sentieri, ecc.”.) E’ quindi evidente che c’ è uno stretto legame tra conservazione della natura e del paesaggio e sviluppo socio-economico di un territorio, che conservazione/tutela e sviluppo non sono affatto in alternativa come mostra di credere Marchetti. L’ambientalismo freno allo sviluppo di cui lui parla non esiste; i Verdi, Legambiente (e per fortuna molti altri, anche del suo partito..) sono a favore di approdi e porti sostenibili necessari a residenti e turisti (con la presenza forte degli Enti Pubblici), della prima casa vera (magari ecologica), a fare un Ostello per la Gioventù in uno degli immobili inutilizzati del suo Parco Minerario, allo sviluppo dell’agricoltura anche nel Parco Nazionale e tante altre cose che non configgono affatto con la tutela della natura. Consigliamo quindi di cercare le culture vecchie da superare, più che tra gli ambientalisti, tra quelli che portarono 5 anni fa il centrosinistra a Rio Marina a meno del 30% dei voti; si è già cominciato a farlo, e siamo perciò convinti che stavolta andrà molto meglio, soprattutto votando i giovani della lista N°1 “Il Lavoro è Progresso“.


moncione escursionisti

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