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Controcopertina - DS di Rio Marina: così si snatura il Parco Minerario

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : lunedì, 14 aprile 2003

Il Piano Strutturale è uno degli atti fondamentali per tracciare lo sviluppo di un territorio. Per questo vogliamo tornare a riflettere sui suoi contenuti, serenamente e senza venature polemiche. Lo spirito che ci anima è quello di ragionare sempre nell’interesse generale, a costo di scontentare i molti “interessi particolari”, che purtroppo da anni, condizionano negativamente lo sviluppo della nostra isola e in particolare il nostro territorio. Siamo convinti che la messa in sicurezza delle aree minerarie, che era indispensabile, non poteva prescindere dal conservare e valorizzare le peculiarità uniche di quest’area, classificata come “patrimonio” della collettività internazionale. Un conto era il degrado, l’altro era il mantenimento delle caratteristiche del nostro territorio, molto diverso dalle altre zone dell’Elba. Un’area che potrebbe dare quel “valore aggiunto”, necessario a Rio Marina per decollare economicamente, con un turismo diverso fatto di cultura e di tempo libero, da fruire per 365 giorni e non per il mese e mezzo attuale. Invece il Piano Strutturale segue una logica che snatura l’area del Parco Minerario. E’ una strada, non una pista quella che lo taglia in due. Sarà un “pratino verde” ciò che coprirà alcune scarpate, servirà per evitare gli smottamenti? Non ci pare. Quel che è certo è che il Parco Minerario non sarà, e non avrà più la funzione e la finalità per la quale è stato istituito. Noi la pensiamo così e ciò è confermato dalle dichiarazioni del Commissario del PNAT Barbetti che, in pratica, ha ufficializzato alla stampa lo smembramento di questa struttura. Un pezzo di Parco Minerario per ogni Comune, con la Società del Parco che servirà solo per registrare biglietti e visitatori! Un Parco a tema, un percorso per i turisti, dice Barbetti, che significa? Forse le miniere saranno trasformate in una specie di “ Gardaland elbana”, per la gioia di grandi e piccini? Se questo è il futuro delle ex Miniere, siamo fortemente preoccupati, Rio Marina ancora una volta perderà il treno dello sviluppo. Resteranno quindi, solo i “corpi separati” dei villaggi di Ortano, Capo d’Arco e Cala Seregola che, potenziati rispettivamente di 10000, 15000 e 8000 metri cubi, porteranno una manciata di turisti in più nel nostro territorio, nel quale non faranno neppure la spesa e solo per 30, 40 giorni l’anno. Questa è una filosofia che non possiamo condividere, è perdente! Il Sindaco Bosi ha affermato che Rio Marina deve crescere nella qualità, è vero. Vorremmo, tuttavia, conoscere cosa intende per qualità. Forse pensa ad un turismo diverso fatto d’attività ricettive, artigianali, commerciali e culturali che valorizzino ed incentivino l’iniziativa della gente di Rio Marina; di lavoro più stabile, soprattutto per i giovani? Se pensa a questo tipo di qualità ci trova concordi, ma questa è una filosofia della quale il Piano Strutturale è carente. Ecco perché pensavamo che, se fossimo stati coinvolti, soprattutto nella stesura degli indirizzi generali, avremmo potuto dare un apporto d’idee, proprio nell’interesse generale. Invece c’è stata data in un’ora, venti giorni prima dell’approvazione, un’informativa “sic simpliciter”, quasi una presa d’atto, che ha reso i contenuti immodificabili. Quei contenuti non ci hanno consentito di esprimere un giudizio favorevole. Questi sono i fatti. Quanto agli “atteggiamenti pretestuosi”, li lasciamo a qualcuno dei collaboratori del primo cittadino di Rio Marina.


miniere rio

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