Credo quindi che abbia fatto bene Danilo Alessi a controinformare correttamente (legittima difesa non violenta) e sottoporre ai propri legali la questione, che sia un’ azione - oltre che a difesa della sua persona e dell’ Ente che presiede- per ripristinare su questo livello una minima linea di guardia, dentro i confini di quella convivenza civile che non può continuare ad essere drogata dal pettegolezzo e dall’ ambiguità irresponsabili (cioè protette dall’anonimato). Il motivo dell’eventuale azione legale risiede quindi nella natura dell’attacco rivolto dal sito in questione attraverso l’articolo dell’anonimo estensore, al Presidente e alla stessa Comunità Montana. La gravità risiede nel fatto che non si tratta di un attacco politico che, per quanto sbracato, avrebbe una propria legittimità intrinseca, ma di un attacco personale e, di riflesso, all’Ente stesso, un attacco basato su notizie false utilizzate per accreditare un giudizio negativo sulla figura del presidente dell’Ente, descritto come persona che fa le proprie scelte politiche per esclusivo tornaconto personale. Non sono contro l' anonimato sempre e comunque (sarei in contraddizione con me stesso firmando Tiro Fisso), ma credo - avendo a cuore la convivenza civile - in un paio di cose: chi sceglie la strada dell'anonimato o dello pseudonimo, deve rispettare le persone di cui parla più che se si firmasse, chi fa informazione deve garantirne la attendibilità di ciò che fa passare, soprattutto se di fonte anonima. La convivenza civile viene prima della destra e della sinistra. TIRO FISSO (6) Caro Signor Tiro Fisso Nella stanza che funge da redazione di Elbareport, appeso dietro la porta c'è un manifesto stampato dodici anni fa, un foglio infame che ho sempre voluto tenere sotto gli occhi. E' un manifesto che apparve sui muri ma anche in molte vetrine portoferraiesi e uscì dopo la tragedia del traghetto in fiamme, un manifesto pieno di falsità e contenuti denigratori per il Tirreno, per Lorenzo Marchetti e per chi scrive. Non querelai chi di dovere (nel caso di specie chi aveva stampato avventatamente un manifesto pseudo firmato, poichè "i marittimi della Navarma" non significava nulla) decisi solo di ricordarmi per sempre della bassezza morale di chi lo aveva ispirato. Dieci anni dopo un pessimo sindaco poi passato a miglior vita ed ora in via di beatificazione, senza ragione plausibile alcuna (in realtà era inferocito perchè il Tirreno, non Elbareport, scriveva quella mattina che in certe indagini era implicato il di lui rampollo) mi chiamò a freddo "pezzo di merda". Per sua sfortuna alla scena non presenziò solo un opportunamente non-udente che era al suo seguito, ma anche altre persone serie che si preoccuparono di assicurarmi che avrebbero potevano eventualmente testimoniare. Non querelai neppure lui, mi limitai a disprezzarlo per quanto si meritava, ed anche in quel caso a ricordare per sempre ingiurie e sordità. Per dire che ritengo che le vie legali sia opportuno percorrerle solo in casi veramente seri. Alessi quindi ha fatto più che bene a contestare l'infondatezza delle cose pubblicate sul blog in questione ed a pretendere la pubblicazione della smentita non so se sia produttivo e se serva a qualche cosa denunciare un povero coglione non del tutto ignoto (anche una mail anonima con opportune ricerche può essere targata) facendone un perseguitato. In linea generale ed in teoria lei ha certamente ragione, laddove invoca un rigido controllo della veridicità di quanto si pubblica, ma in pratica stiamo ragionando di un blog, necessariamente costruito soprattutto su più o meno estemporanei interventi di aficionados o scriventi una tantum, ed il compito di non censurare ed allo stesso tempo controllare non è affatto agevole. Se si analizza "camminando" per quello che è: una "piazza telematica" (molto frequentata, soprattutto da gente di destra) si arriva a capire che incidenti di percorso come quello in discussione sono nella logica delle cose. La disinformazione che può generare, a mio parere, si contrasta con l'informazione e rimettendosi alle capacità critiche dei lettori che non sono poi così sprovveduti.
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