Il 10 aprile era stata depositata a Firenze la sentenza della Corte dei Conti con la quale si condannava l'ex-presidente della Comunità Montana dell'Elba e Capraia Mauro Febbo al pagamento di oltre 15.000 euro per aver utilizzato per scopi personali le carte di credito dell'Ente di cui si era dotato. Ma non è quello del denaro magretico il solo rovescio giudiziario-amministrativo per l'ex-coordinatore di Forza Italia all'Isola d'Elba. Lo si evince da un lungo servizio pubblicato dal Tirreno in edicola giovedì 11 maggio nel quale si riferisce in dettaglio di un'altro processo a carico dello stesso Febbo, celebratosi mercoledì nella stessa sede fiorentina per il danno erariale procurato alla medesima Comunità Montana con l'utilizzo, ancora con finalità private, del cellulare dell'Ente. Secondo gli inquirenti nel trimestre tra il 31 marzo 2002 e il 30 giugno 2003, le bollette del cellulare "di servizio" di Febbo sommavano quasi 17 mila euro, di cui 15.421,52 effettuate secondo l'accusa e per ammissione dello stesso imputato per fini personali e non istituzionali. Il P.M. ha chiesto la condanna di Febbo al pagamento di 5.000 euro, ma la sentenza sullo specifico caso non giungerà prima di un mese. Da notare però che anche sul fronte della magistratura ordinaria questo per l'ex-amministratore comprensoriale è un periodo assai tribolato. Il Il 7 luglio il Giudice delle udienze preliminari Maria Grazia D’Onofrio sarà chiamata a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio di Febbo avanzata dal pm Gianfranco Petralia per peculato e truffa, oltre che per aver sottratto, in altra veste (quella di collaboratore della compagnia assicurativa Generali), ad una serie di risparmiatori elbani centinaia di migliaia di euro consegnando loro in luogo di regolari polizze assicurative dei semplici questionari della compagnia spacciati per regolari titoli.
Mauro Febbo 1 comunità montana