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Controcopertina: Importante riconoscimento letterario per Maria Gisella Catuogno

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 09 maggio 2006

Il giorno 3 maggio a Roma, presso Palazzo Marini, Camera dei deputati, Sala delle Colonne, è avvenuta la Cerimonia di premiazione dei vincitori della 3a edizione del Premio Letterario “Anna Maria Salerno”, istituito per promuovere un impegno culturale a favore della Natura. La premiazione si svolge all’interno del Congresso Nazionale dell’Associazione “Animalisti Italiani” ONLUS, proprio a testimoniare l’importanza che l’Associazione stessa attribuisce a quest’iniziativa. Il tema di quest’anno è stato “Noi e il Creato”. Le opere presentate sono state, tra Narrativa e Poesia, complessivamente 229. La giuria era composta dalla Dr.ssa Maria Teresa Giuffrè, scrittrice e direttrice dell’omonima Casa Editrice, il Dr. Luigi Devoti, saggista, Presidente dell’ AMSI (Associazione Medici Scrittori Italiani); il Dr. Angelo Paoluzi, poeta, docente di Giornalismo presso la LUMSA, il Dr.Renato Marini, critico letterario, il Dr. Marco Cardinali, teologo, giornalista, Responsabile di Orizzonti cristiani della Radio Vaticana e la D.ssa Nora Rosanigo, poetessa e scrittrice. Il 1° Premio della Sezione Poesia è andato a Maria Gisella Catuogno, di Portoferraio, per la poesia Dal mare s’impara, con la seguente motivazione: “Non solo per la descrizione pittorica della bellezza e del fascino del mare nelle sue manifestazioni naturali ancora immuni dalle deturpazioni del progresso tecnologico, ma per la spontaneità dell’ispirazione lirico-evocativa, per la nitidezza ed essenzialità del lessico e la passione che pervade ogni verso” Dal mare s’impara Dal mare s’impara la quiete quando bonaccia convince le onde al colloquio col sole che si frange in schegge di luce: allora il fondale abbandona la sua ritrosìa e si lascia guardare da stupiti occhi stranieri mentre l’acqua è cristallo senz’ombre e misteri. Dal mare s’impara pazienza: le sue carezze insistenti il suo assedio perpetuo addolciscono asprezze arrotondano fianchi polverizzano rocce nel rosario dei giorni che distillano lenti il cammino del tempo senza soste o ritorni. Dal mare s’impara furore: lo schianto dell’onda ch’esplode su scogli, su fari, su rive è urlo d’amore, di rabbia che freme e s’indigna sfida e rinnega e si smorza maestosa in sofferto diniego in smarrita energia. La poesia fa parte della raccolta Mare, more e colibrì Ed. Studio 64 Genova


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