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Controcopertina - Procchio, la messa in sicurezza dei fossi fa discutere

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 03 maggio 2006

Il sottoscritto Anselmi Gian Lorenzo, in qualità di Presidente del Circolo LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano, presenta le seguenti osservazioni relative agli interventi per la riduzione del rischio idrogeologico sul Bacino 21 – Procchio Valle Grande e che il Comune di Marciana (LI) ha provveduto ad approvare anche attraverso una Conferenza dei servizi. 1) Si fa rilevare come, pur presentando il progetto delicati profili di compatibilità ambientale e paesaggistica, si sia scelto di non sottoporlo ad alcuna valutazione ambientale. Una decisione che, come vedremo, condiziona le scelte progettuali proposte e consente una completa artificializzazione dei fossi e l’abbandono del corso naturale degli stessi che ha contribuito a formare la spiaggia di Procchio così come la vediamo oggi. Un’arenile che ha subito una forte erosione e regressione, anche per la scomparsa delle dune costiere a causa della realizzazione di manufatti e costruzioni di carattere turistico/ricettivo, un ambiente al quale si dovrebbe guardare con attenzione volta al recupero ed all’eventuale restauro ambientale. Il progetto di messa in sicurezza perde l’occasione di ripristinare almeno in parte gli equilibri costa-fossi-mare, recuperando i naturali percorsi dei corsi d’acqua, e va in tutt’altra direzione, prevedendo spostamenti radicali ed artificializzazione e cementificazione dell’alveo, fino allo spostamento della foce ed alla conseguente modifica degli equilibri e degli apporti di sedimenti che hanno costruito l’arenile così come lo conosciamo. 2) Il progetto che non riguarda solo la messa in sicurezza dei fossi e dell’abitato di Procchio, resasi necessaria dopo l’evento alluvionale del settembre 2002 che ha coinvolto gran parte della frazione del Comune di Marciana, ma sembra destinato a mettere in sicurezza soprattutto il cosiddetto “ecomostro” di Procchio – ancora sotto sequestro giudiziario e la cui costruzione è stata avviata incredibilmente, dopo il nubifragio del 2002, proprio al centro di un’area di scorrimento di corsi d’acqua e quindi ad altissimo rischio di esondazione – ed otterrà il risultato di spostare la foce del fosso da un tratto di spiaggia in concessione all’Hotel del Golfo alla spiaggia pubblica. Si tralascia così di intervenire proprio sulle opere di cementificazione ed impermeabilizzazione del terreno che hanno in parte acuito gli effetti del nubifragio del 2002 - situazione ulteriormente aggravata con l’avvio della costruzione del grande stabile detto “ecomostro” - che rappresentano ancora uno dei principali problemi per la messa in sicurezza dell’area, indipendentemente dal progetto oggetto delle presenti osservazioni. 3) Il tutto avverrebbe con lo spostamento verso sud-ovest - fino ad arrivare sul lato del cosiddetto ecomostro che guarda allo svincolo della Strada Provinciale - del fosso di Vallegrande sul quale verrebbero raccordati due piccoli corsi d’acqua – causa dei continui allagamenti della struttura sequestrata – che dovrebbero essere incanalati in un nuovo alveo che costringerebbe il fosso in un percorso ad angoli retti intorno al gigantesco scheletro di cemento. Di particolare pericolosità ci pare l’angolo di attraversamento della strada provinciale, che interromperebbe bruscamente l’alveo originale, spostando il corso dell’acqua verso l’abitato e la nuova foce. 4) I fossi così spostati, modificati ed incanalati verrebbero indirizzati sotto la strada provinciale, quasi nello stesso punto dove anche oggi passa il fosso di Vallegrande, ma invece di seguire il percorso “storico” e naturale che scorreva attraverso la proprietà dell’Hotel del Golfo – che aveva incanalato il fosso in una stretta tubatura che, a detta di tutti gli esperti, con la sua occlusione è stata una delle principali concause dell’inondazione della zona il 4 settembre 2002 - il corso d’acqua verrebbe spostato ad est verso altri terreni privati, con un nuovo percorso vicino ad alcune abitazioni, per sfociare in uno dei pochi tratti di spiaggia libera ormai rimasti a Procchio. 5) E’ evidente che la messa in sicurezza proposta ha fra i suoi obiettivi anche quello di risolvere una situazione amministrativa molto fastidiosa come quella del cosiddetto “ecomostro” - anche in presenza di un iter giudiziario in corso che ha visto diversi rinvii a giudizio – ed inoltre di creare un nuovo corso ed nuova foce del fosso, eliminando il percorso originale e naturale che scorre attraverso le pertinenze di un hotel, dove il corso d’acqua è stato intubato e tombato in maniera non idonea alla portata dei fossi che vi confluivano, anche da strutture di recente realizzazione. Tutto questo è sicuramente una delle concause dei continui allagamenti, visto che le tubazioni messe in opera durante gli anni in sostituzione del letto naturale del corso d’acqua – così come si evince anche dalla relazione generale, criteri di progettazione del progetto definitivo - si sono dimostrate inadeguate allo smaltimento delle acque a cui va aggiunta la foce occlusa dalla sabbia per permettere le attività balneari. Inoltre, le aree prima usate a parcheggio sterrato, ed oggi occupate dal cosiddetto “ecomostro”, fungevano da naturale cassa di espansione, mitigando i fenomeni di esondazione. 6) L’evidente tutela di rispettabili interessi privati – anche se non ci pare proprio il caso del cosiddetto “ecomostro” – contenuta nel progetto oggetto delle presenti osservazioni, andrebbe così a detrimento di equivalenti interessi di altri cittadini, i cui terreni e stabili sarebbero interessati dal nuovo tracciato del fosso, e soprattutto degli interessi collettivi, in quanto uno dei pochi tratti rimasti di spiaggia pubblica si troverebbe ad ospitare la foce di fossi che scorrono da sempre da un’altra parte. Inoltre, con lo spostamento del tracciato naturale dei corsi d’acqua, si trasferirebbe il rischio diretto, seppur mitigato secondo il progetto, da una struttura privata, aperta durante il periodo di minore pericolosità di eventi meteorici pericolosi e di esondazione, all’abitato di Procchio, interessando anche da molto vicino alcune abitazioni private. 7) L’assenza di qualsiasi valutazione ambientale delle opere in progetto non consente nemmeno di capire quali effetti avrà sulla spiaggia di Procchio – la principale risorsa economico/turistica della frazione e forse dell’intero Comune di Marciana – lo spostamento della foce, che verrebbe realizzata anche attraverso la messa in opera di scogliera artificiale ed opere “rigide” con un potere riflettente delle onde maggiore della sabbia, sia dal punto di vista dell’accumulo di sedimenti per consentire il naturale ripascimento dell’arenile, sia per le conseguenti modificazioni morfologiche della linea di costa che questo comporterà. Anche per la maggiore esposizione al moto ondoso ed alle correnti marine dell’area interessata dalla nuova foce rispetto alla foce attuale che sbocca – con un percorso frutto di fenomeni naturali e geologici - in una zona della spiaggia meno esposta 8) Dallo stesso progetto di messa in sicurezza, si nota come il sottobacino n° 3, pur essendo interessato da due piccoli ma pericolosi fossi che provengono dalle località Fontalleccio e Agnone – e rilevabili anche in alcune cartografie “turistiche” recenti – pur avendo fortemente concorso all’evento alluvionale del settembre 2002, provocando l’allagamento dei giardini pubblici e del cosiddetto “ecomostro” e trovando una barriera insormontabile nella strada provinciale e nelle tubazioni inidonee e sottodimensionate dell’Hotel del Golfo, vengano poi completamente ignorati in fase di progettazione, se non con un richiamo nella relazione generale: “I fossi presenti nella cartografia del 1958 non sono più individuabili se non nell’area a monte compresa tra le quote 150,00 e la quota 70,00 ed una pendenza media di circa il 22%”. Secondo LEGAMBIENTE – confortata in questo dal parere di molti cittadini di Procchio – il progetto andrebbe radicalmente rivisto, proponiamo: A) risagomazione dei fossi nei loro corsi naturali, anche, dove necessario, con più ampi ed adeguati tratti sotterranei, eliminando i restringimenti e le tubazioni inidonee che impediscono il deflusso delle acque nella loro foce storica e naturale sul lato occidentale della spiaggia di Procchio, incanalando diversamente i due piccoli corsi d’acqua che vanno ad alimentare ad ogni pioggia quello che ormai è diventato “il laghetto dell’ecomostro”, inondando completamente la parte interrata fino a riversarsi sulla strada provinciale; B) ricostruzione dei percorsi dei fossi provenienti da Fontalleccio e Agnone e collegamento con il deflusso verso la foce naturale sul lato ovest della spiaggia; C) adeguamento delle strutture pubbliche e private che impediscono il naturale deflusso delle acque dalla piana di Procchio attraverso il percorso storico e naturale dei fossi; D) rinaturalizzazione, la dove possibile anche attraverso interventi di ingegneria naturalistica, delle opere che attraverso ostacoli, occlusioni, restrizioni e impermeabilizzazione del suolo costituiscono la causa principale dell’elevato rischio idraulico dell’area; E) salvaguardia della spiaggia pubblica e degli equilibri costieri con il mantenimento dell’attuale foce e dell’attuale percorso dei corsi d’acqua a valle della strada provinciale Procchio-Marciana Marina (sottobacino n° 4) Si invita quindi il Comune di Marciana a rivedere il progetto proposto per il Bacino 21 – PROCCHIO – VALLE GRANDE, Interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, sulla base delle presenti osservazioni. Legambiente Circolo dell'Arcipelago Toscano Fin qui il documento degli ambientalisti ma è di tutt'altro avviso è il sindaco di Marciana Luigi Logi che abbiamo sentito e che invece vede nel progetto, realizzato dall'ingenere Alessandro Schezzini, costato 2.500.000 di euro, finanziato in parte dalla Regione e in parte dal Comune, la possibilità di mettere in totale sicurezza tutta la zona. "Il progetto - spiega Luigi Logi - è stato approvato dalla conferenza dei servizi, dove c'erano Provincia, Comunità Montana e Capitaneria di Porto, oltre che dall'Autorità di Bacino. Le foci esitenti adesso sulla spiaggia non vengono deviate, ma si creerà un nuovo fosso che aiuterà a far defluire meglio l'acqua. Si costruisce cioè un fosso di supporto a quelli già esistenti, che in occasione delle piogge eccezionali non sono stati in grado di far fronte alla grande quantità d'acqua caduta dalle colline. Il percorso ad angoli retti, di cui parla Legambiente, - continua Logi - era nella prima versione del progetto. Poi, su consiglio della Provincia, abbiamo fatto un percorso più linerare che costeggia la provinciale e svolta all'altezza dell'officina meccanica. Non viene stravolto niente, si crea soltanto un nuovo corso in aggiunta a quelli esistenti. D'altronde era indispensabile ricorrere a questo nuovo piano, sia per mettere in sicurezza l'abitato, sia per svincolare l'area, altrimenti non si può costruire neppure un marciapiede".


carta procchio alluvione

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