Si narra che un soldato elbano in guerra scrisse a casa: “Abbiamo paura che il nemico abbia il gas nervino” e pare che alla lettura collettiva familiare della lettera il nonno del milite esclamasse: “Il gasse ner vino? O che è gazzosa? Vigliacchi! Deveno esse’ proprio gentacce!” Evidentemente per il vecchio isolano aduso all’anzonaca da 12 gradi l’idea che qualcuno sciupasse del vino addizionandolo con gas era così repellente, da farlo patriotticamente insorgere. Ogni tragedia, l’avemmo già ad affermare, presenta dei lati comici e questa schifosissima guerra che ancora si combatte in IRAQ non fa eccezione. C’è da ridere in mezzo alle lacrime a vedere il principale attore del massacro con quell’aria a tonto a giro che ti fa riflettere sul fatto che gli Stati Uniti sono proprio una grande democrazia, un paese dove basta avere un padre ex-presidente, nonché socio in affari del padre dell’imprendibile Usama Ben Laden (Satana di ieri che nessuno cerca più), basta avere qualche centinaio di miliardi di dollari e diventi l’uomo più potente del mondo, il presidente dell’Impero anche se sei una fava lessa. Ma torniamo al gas nervino ed ai tonti a giro, ormai bisogna essere completamente rincoglioniti per non capire che le cosiddette armi di distruzioni di massa l’IRAQ non le possedeva , e che gli USA hanno attaccato per i loro interessi economici e perché lo avevano deciso punto e basta. Ora debbono stare in campana altri, perché il primo fellah che scorreggia in Siria rischia di essere dichiarato “arma letale” e democraticamente bombardato con spiacevoli effetti collaterali. E si continuerà magari a cercare il gas nervino dove più fa comodo a Wall Street e zone collegate e non lo si troverà come non si trova Usama socio di Bush da parte di padre, e come probabilmente non si troverà il cittadino onorario di Detroit (si è vero gli americani sono coerenti) Saddam, con pochi spiriti critici a nutrire il dubbio che forse ci troviamo di fronte ad una gigantesca messa in scena, alla fiera della bugia, in cui l’unica cosa certa e vera sono quei disgraziati morti alle Twin Towers, il Iraq, in Afghanistan, in Palestina ed in Israele etc etc. Sì la Siria, poi l’Iran, lo Yemen poi la Somalia, il Sudan, l’Egitto tutti rischiano a turno di avere il gas nervino da qualche parte, e poi all’ultimo tuffo chi deve stare molto ma molto attenta è la Francia, che non solo si è permessa di non essere d’accordo con l’Impero sulla necessità statunitense di mettere l’unghie sul petrolio (pardon liberare il popolo) dell’Iraq, ma è pure stracerto che il gasse ner vino ce l’abbia. Non sono loro che fabbricano lo champagne?