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Tra Corte costituzionale e nuovo governo il Parco rischia il blocco

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 12 aprile 2006

La sentenza della corte costituzionale che boccia nuovamente la nomina del commissario del parco nazionale dell’Arcipelago toscano fatta dall’ormai ex ministro dell’Ambiente Matteoli, rischia di congelare l’ente in una situazione di stallo. Non è un caso se dal presidente della Regione Toscana, dai Verdi e da Legambiente è venuta la stessa richiesta: subito un nuovo commissario per l’area protetta. La rinomina di Barbetti è infatti improponibile e il parco fra un giorno o due, dopo la pubblicazione della sospensiva in Gazzetta Ufficiale, si troverà senza guida. Probabilmente il dipartimento protezione natura nominerà presto un commissario ministeriale (che potrebbe essere anche lo stesso direttore del Dpn del ministero dell’Ambiente Aldo Casentino, già in carica come commissario in altri parchi) che probabilmente invierà all’Elba un subcommissario che si limiterà all’ordinaria amministrazione. Ma per arrivare alla nomina di un nuovo presidente la strada è lunga e il parco potrebbe rimanere in una situazione di stallo per molti mesi. Vediamo l’iter previsto dalla legge. Prima si deve insediare il nuovo ministro dell’Ambiente che dovrà subito ricercare un accordo sul nome del nuovo presidente del parco con Claudio Martini e la sua giunta regionale (nella trattativa rientreranno anche gli altri due parchi nazionali commissariati: Foreste Casentinesi e Appennino Tosco-emiliano, per i quali si parla già di una guida di area Ds per il primo ed una targata Margherita per il secondo); intanto si devono essere insediate anche le due commissioni ambiente di Camera e Senato (che dovranno discutere anche di decine di altri parchi ed aree marine protette) alle quali spetta esprimere un parere sul nominativo proposto, dopo la nomina potrà arrivare finalmente al Consiglio dei ministri per l’approvazione. Il ministro dell’Ambiente e quello delle Politiche agricole dovranno anche nominare 3 membri del consiglio direttivo del parco; scegliere 2 ambientalisti tra i nomi proposti dalla associazioni di protezione ambientale nazionali riconosciute e i due componenti del direttivo di espressione del mondo scientifico ed universitario che si andranno ad aggiungere ai 5 membri eletti dalla Comunità del Parco; alla fine di tutto questo iter si potrà insediare il direttivo del parco che dovrà eleggere una giunta esecutiva ed un vicepresidente e proporre al ministro il nuovo direttore dell’ente. Se non si stringono i tempi (e se il nuovo ministro dell’Ambiente non assume i parchi come una delle sue priorità) il rischio è che il parco nazionale dell’arcipelago toscano, finito il pluriennale commissariamento politico di Barbetti, si trovi a subire un lunghissimo commissariamento burocratico. Una cosa è certa: il nuovo presidente (e il nuovo direttore) troveranno molto da fare per riavviare una macchina istituzionale che non è mai andata velocissima ed ora rischia di rimanere bloccata per molti mesi. www.greenreport.it


fico degli ottentotti ridotta fiori

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