Una processione di auto e di cittadini per vedere il cuore annerito di Portoferraio. Un palazzo ridotto in cenere, un ristorante distrutto, 5 abitazioni evacuate, 12 persone fuori di casa. Una scena di guerra, davanti al duomo di Portoferraio. Tra le macerie spuntano scheletri di sedie, gusci di crostacei, insegne sciolte. La signora Ilma Chiappa è tornata a casa per prendere le sue cose, prima di lasciare l’abitazione chissà per quanto tempo. Le coperte del letto conservano ancora la piega di chi si è alzato di fretta ed è scappato appena in tempo. Il fuoco ha mangiato le persiane, il soffitto di cucina, ha liquefatto l’orologio fissando l’ora del disastro. Il pavimento trema, i travicelli bruciati non garantiscono la stabilità del palazzo. Non può essere un fatto accidentale, non ci crede proprio nessuno. Il ristorante “Da Zucchetta” è bruciato, mettendo in serio pericolo tante persone, per mano di un criminale. Il fuoco ha cancellato la maggior parte delle tracce, ma i carabinieri del Ris hanno prelevato numerosi reperti che parleranno chiaro di fronte alle analisi di laboratorio. Ad avvalorare l'ipotesi del dolo è anche la zona da cui è partito l'incendio: la veranda esterna, nella quale non ci sono i quadri elettrici. Erano le 3,35 della notte di giovedì quando i pompieri partivano con due automezzi alla volta del centro storico di Portoferraio, in piazza della Repubblica. Si trovavano di fronte ad un fumo densissimo. “Un incendio molto violento”, dichiara il comandante dei vigili del fuoco Marco Gulinelli. “Ho sentito un colpo, poi un altro” racconta la signora Ilma di 84 anni, che a dispetto della sua età ha avuto riflessi prontissimi per fuggire dall’appartamento prima di rimanerci imprigionata dal fumo e dalle fiamme. Il portone infatti, nonostante l’ora, non era chiuso, il fumo quindi è potuto entrare per le scale senza ostacoli. Gli inquilini si sono ritrovati nella piazza in un baleno, a guardare sgomenti le fiamme che lambivano le loro case. Il proprietario del ristorante, Stefano Tavolario, che abita nel palazzo dall’altro lato della piazza, è stato svegliato dai vicini. La mattina dopo Tavolario continua a guardare le “sue” macerie, e a pensare alla ricostruzione.Ha una polizza di assicurazione, come la maggior parte dei ristoratori. I pompieri hanno lavorato fino alle 7,15 di mattina, fornendo elementi utili per le indagini dei carabinieri. Gli investigatori non si sbilanciano, ma si sta seguendo, tra le altre, la pista della ritorsione, maturata in ambienti vicini al proprietario. La scia del fuoco che in questi ultimi mesi sta tormentando l’isola è un fatto inquietante e particolarmente inconsueto per la tranquilla comunità elbana. Difficile da leggere e da capire. Gli inquirenti pensano che non ci siano legami tra i diversi incendi dolosi avvenuti negli ultimi tempi. Non si tratterebbe cioè di malavita organizzata che andrebbe terrorizzando gli imprenditori che operano sull’Elba. Rimane però un comune denominatore: il fuoco, ed il forte sospetto che si tratti di azioni dolose. Se anche dietro non ci fosse un’unica mano ed un disegno organico, è assai allarmante pensare che sempre più persone ricorrano alla strategia del fuoco per scatenare vendette private.
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