Portoferraio, anno 3784: Durante gli scavi per il rifacimento dell'asfalto della Calata dell'antico capoluogo elbano, effettuati come d'uso dalla Reverenda Società Sales, è stato casualmente rinvenuto un manufatto di grande interesse archeologico. Si tratta di "opus administratum" probabile sub-variante locale definita dai più antichi autori "longosindacum", databile quindi all'inizio del secolo XXI°, epoca di grandi fermenti sociali nella tribale società ilvate che comunque produsse importanti testimonianze architettoniche come il noto "pisciatoio bicolore delle Ghiaie". Quello che gli studiosi hanno portato alla luce è un ampio tratto di pavimentazione mosaicata, le cui tessere mirabilmente composte sono leggibili come il ritratto, di un personaggio, probabilmente un maggiorente civile dell'epoca, anche se i tratti ieratici farebbero pensare più ad una autorità religiosa. Singolare l'iconografia della rappresentazione del personaggio (che definiremo di qui in poi "ignotum pontifex") che benché non possa pensarsi un prigione, appare al tempo medesimo come protetto ed isolato dal resto del mondo da una possente grata metallica, surrealmente collocata tra la città ed il suo mare (in quell'epoca primitiva, ed ecologicamente ancora non del tutto compromessa, costituito quasi totalmente da H2O, salvo tracce di composti quali la "imperituta pictura navarmae", il "diportisticum petroleum vel canfinum struntio mixtum" e di "esaosedimenctum fundalis cantieristici sfruculiati"). Nelle ultime ore, a margine dello stesso manufatto è stata rilevata la presenza di due graffiti, probabilmente votivi e giudicati coevi. Nel primo paiono leggersi le parole: "MA FATEVI UNA ZUPPA DI FAVE TONCHIATE!" mentre l'altro recita: "POPO' DI GHIOZZI, COSIMO VI FAREBBE UN FIACCATONE DI LEGNATE!". Sulla esegesi delle scritte, di cui ancora nulla si intende fuorchè il tono esortativo-supplice sono già al lavoro gli esperti di epigrafia protoelbana, che speriamo possano disvelarne rapidamente i significati.
vignetta scavo