Torna indietro

Hanno sparato, sbagliando bersaglio, su Tiro Fisso

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 30 marzo 2006

Decisamente il “prezzo da pagare quando si è vicini ad una persona dotata di carisma, decisionismo, potere” (pensate: sarebbe nientemeno che Bosi!!!) è assai più alto di quanto non dica il devoto collaboratore che si firma “Alberto” in un “pensiero e parola” di un quotidiano on line locale: il potente carisma decisionista obnubila anche gli occhi dell’intelletto, fino a non vedere neppure la firma del pezzo che si legge e si commenta. Così si attribuisce a noi Tiro Fisso un articolo della Primula Russa, e ci tocca a pigliare rimproveri e sarcasmi che non ci spettano. E allora vediamo di meritarceli entrando nel merito della risposta di Alberto, che prosegue manifestando la stessa capacità di intendere dimostrata nell’identificazione dell’autore contro cui si rivolge, e una ben maggiore capacità di volere a tutti i costi salvare il non salvabile (sarebbe sempre Bosi!!!). Sull’interpretazione generale, il fedele del carismatico legge che “c’è il rischio che [Mussi] perda sonoramente”, là dove è scritto che Bosi vince solo se vince Berlusconi, e se vince Berlusconi è certo che Mussi (con noi tutti) perde sonoramente: ma, come si vede, Bosi non c’entra niente. Veniamo alle “basse volgarità”: a) Della democrazia: forse è vero che i riesi non sanno che pesci pigliare, visto che a suo tempo hanno preso il Sindaco che hanno; ma che una gran parte (ci auguriamo maggioritaria) voglia liberarsi di Bosi è cosa certissima. Apprendiamo poi che Bosi ha vinto le regionali a Rio Marina; ecco perché Martini ci è apparso più smunto, più triste, più preoccupato in questi mesi: il suo rivale presidente della Giunta Regionale di Rio Marina, carismatico e decisionista, oscura il suo potere e lo tiene nell’angolo. E poi, se non sono i riesi ad aver abusato di camparini facendo vincere le regionali a Bosi, allora hanno bevuto troppo tutti gli altri toscani. Ma forse ha ragione Alberto: è solo perché i riesi hanno potuto suggere dalle labbra del divino Bosi il nettare della sapienza, mentre gli altri toscani no. Non c’è stata “par condicio”. b) Del Potere: non conosciamo “tirimancini” che rosicano per il potere di Bosi, che ha solo il potere di muovere esercito, marina e aeronautica, e un bel po’ di “argent de poche”, ma che sulla scena politica è presente molto più per le inaugurazioni che non per il taglio dato alla politica del governo di cui è membro. Non conosciamo neppure “tirimancini” (e nessun altro, francamente: Mussi ce ne scuserà) che nutrano “adulazione erotica” per il “beniamino” Vicepresidente della Camera; e non crediamo che la Primula, con “pezzo da novanta” volesse riferirsi al “calibro” del suo attributo erotico. Anche perché Mussi non ha sufficienti caratteristiche di carisma, decisionismo, potere. Dei collaboratori del Senatore leggiamo dalla Primula solo gli appellativi di “astuti consiglieri” e “solerti collaboratori”: a leggere la risposta di Alberto ci rendiamo conto che almeno il primo è sbagliato; ma niente che somigli a “servo, ultra’, cameriere, portaborse”. Che ci sia un po’ di coda di paglia? Quanto al resto, Bosi è piacentino: non è fiorentino; non c’è niente di male (Vannino Chiti è pistoiese), ma è innegabile. Forse si dice Pistoiese come per dire Pisano, o Pratese, cioè “provinciale”: non è dispregiativo, è una constatazione. La conclusione è meravigliosa: dopo aver stigmatizzato le “capriole ideologico linguistiche”, forse contagiato dalle stesse, attribuisce alla povera Primula sentimenti assolutamente esterni alle sue parole (odio e rancore, che sono sentimenti forti e che hanno necessità di oggetti forti), per giungere alle sue stesse conclusioni, cioè che Mussi a Rio Marina spreca la sua “generosa disponibilità”. TIRO FISSO P. S. Cara Primula, ci siamo presi gli insulti rivolti a te, ma ti abbiamo fregato sul tempo. Alla prossima.


Mirino

Mirino