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La giunta campese sulla "questione morale" posta dalle minoranze

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 29 marzo 2006

L’ennesimo intervento di due Consiglieri Comunali di minoranza richiede, per rispetto ai cittadini di Campo nell’Elba e alle Istituzioni, una breve nota. Il Sindaco e la Giunta Municipale continuano a operare secondo le linee del programma di governo, con senso di responsabilità e con impegno, pur nelle difficili condizioni create dai tagli alle risorse e dall’aumento dei costi dei servizi. Non è necessario ricordare che nel nostro ordinamento le responsabilità penali si ritengono accertate nel momento in cui le sentenze dopo tre gradi di giudizio sono definitive, e non certo prima della celebrazione dei processi di primo grado. Nell’attestare la piena fiducia al dott. Graziani e la convinzione che le vicende processuali si concluderanno con l’accertamento della verità, si deve notare che la logica del coinvolgimento di chi è obiettivamente esterno a quelle vicende con il pretestuoso argomento della corresponsabilità morale è privo di ogni verità e di ogni dignità, e tradisce il senso di frustrazione di chi, non riuscendo a costruire una politica d’opposizione nelle sedi e con gli strumenti propri della competizione democratica, si rifugia in attacchi pretestuosi e sterili alle persone. In democrazia le Amministrazioni si formano e si licenziano con le elezioni, senza scorciatoie; il consenso si ricerca con i programmi di governo, e non con il terrorismo verbale e la denigrazione; la dialettica politica si esercita nelle iniziative, nelle proposte, nelle contestazioni fattuali, non nelle indebite manifestazioni di sdegno. Se questa Amministrazione avrà ben operato lo diranno i cittadini alle prossime elezioni amministrative. Intanto sarebbe doveroso lasciarla procedere nella realizzazione del suo programma, pur esercitando il faticoso controllo gestionale e la critica politica, che sono di pertinenza dell’opposizione: ma sugli atti amministrativi, non su altro, che semmai compete ad altre istituzioni dello Stato. Certo il lavoro dell’opposizione può anche risultare non gratificante. Ma nessuno è obbligato. Chi è stanco si può dimettere (l’autosospensione non esiste, e toglie soltanto una possibilità di esprimersi all’opposizione) e lasciare il posto a chi è disponibile a impegnarsi. Ogni pronunciamento di delegittimazione è illegittimo, lesivo della dignità delle persone, offensivo nei confronti dei cittadini e degli elettori. Quanto alle responsabilità morali, ognuno si prenda le proprie, senza assumersi il ruolo improprio di giudice della coscienza altrui.


campo finanza graziani

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