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A Sciambere della rivelazione

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 29 marzo 2006

C’è una parola magica che viene spesso evocata negli ultimi giorni: dalla sempre più asfittica Scatafascia delle Libertà: “Caruso!” Dicono “Caruso” come direbbero “bombe e sangue, terrore bolscevico e violenza , assassinii e stupri comunisti” e pure di peggio. Tanto che uno potrebbe figurarsi questo tristo figuro improvvidamente candidato da Bertinotto de’ Faustis nelle file di riaffondazione comunista come un mostro di crudeltà, una tigre Tamil della Sila, uno spietato un cinico tale che uniti in concorso tra di loro Usama Ben Laden , Andreotti e Bakunin “je fanno una pippa”. Non è proprio così ed alcuni elbani possono testimoniarlo avendo conosciuto “pirsunalmente di pirsuna” direbbe Catarella, il personaggio di che trattasi in una “occasione storica” di cui riferiremo coglionando ma citando fatti e persone reali. Giudichiamo ormai maturo il tempo di svelare che Addì 15 di Agosto dell’anno del Signore 2005 ore 20 in Portoferraio località Santa Lucia e per la precisione sotto la pegola del centenario glicine di casa Maestrini era stato organizzato un incontro conviviale per la cui realizzazione avevano soprattutto operato Elena Maestrini (Ospitalità e Chef de Rang) Enrico Peria (Mastro Grigliatore), Sergio Rossi (antipasti di tonnina conciata e sughi da pasta erbivoli e carnivoli), Luana Rovini (alla disorganizzazione degli arrivi degli ospiti). Una ventina di soggetti tra i quali l’Assessore Daniele Palmieri in Franceschini e famiglia, la Vicepreside del Cerboni, il Dottor Claudio Passiatore e Lisa De Fusco giunsero in ordine molto sparso all’agreste desco. Ma il vero scopo della cena era quello di costituire occasione di incontro per altri due illustri convitati. Trattavasi di Maurizio Acerbo segretario regionale abruzzese e dirigente nazionale del Partito della Rifondazione Comunista e indovinate un po’ … LUI .. il Bubbo (BauBau per gli italiani) l’incubo delle zie suore di Berlusconi: il leader dei disobbedienti Francesco Caruso. E proprio in quella fatale sera si iniziò il percorso (la trattativa sarebbe un po’ democristiano) che avrebbe condotto all’accordo che porterà Caruso in Parlamento. A margine dall’avervi fornito questa notizia, cari lettori, consentiteci di fare due chiose: la prima è relativa alla grande soddisfazione di aver contribuito, sia pure con un modesto intervento culinario, alla riuscita di una serata in cui si gettò il seme di una cosa che doveva qualche mese dopo fare molto incazzare il "nanocavaliere" (unità di misura degli statisti di infime dimensioni sia spaziali che spirituali) ed i suoi tirapiedi. La seconda è invece una riflessione su questa “belva” vista da vicino, rivelatasi in realtà un ragazzo educatissimo e gentile, che per poco non rendeva restaurata l’auto che gli era stata prestata (altro che casseur !), decisamente “perbenino”, perfino un po’ secchioncello visto che aveva trascorso grande parte del suo soggiorno elbano, a documentarsi sull’isola, sciroppandosi, perfino mentre stava allo Sugar Reef , la lettura di buona parte del maxi-tomo dedicato all’Elba ed edito dalla Comunità Montana, un atto penitenziale che crediamo valga, al pari dell’assistere ad un discorso del Senatore Bosi, l’indulgenza plenaria verso le giovanili intemperanze.


Francesco Caruso

Francesco Caruso