Da qualche mese a questa parte quando, nella nottata di domenica (o al massimo il lunedì), trovavamo tra le mail le cronache dell'Elba Volley di Francesco Sotgiu ci veniva da ripensare ad un tempo e ad un giornale lontano sul quale scrivevamo entrambi si chiamava "La Voce Nostra" e si stampava con un antidiluviano ciclostile a spirito in quella che ora è la casa di accoglienza dell'associazione Dialogo, i locali sulla scalinata che porta al vecchio ospedale, dove aveva sede il circolo della GIAC (i giovani dell'Azione Cattolica) e del CSI (Centro Sportivo Italiano) al quale eravamo iscritti, animato da Don Renato Cignoni prete giovane ed intelligente, tollerante anche con i ragazzi "rossi" come noi. La Voce Nostra fu, per i pochi numeri che uscirono un intressante fenomeno: ci scrissero Marcello Mellini, Giacomo Coletti, Giuseppe Massimo Battaglini, Bruno Filippini, GianMichele Giulianetti e appunto Francesco Sotgiu e Sergio Rossi ed altri ancora che ci scuseranno se appena quarantatre anni dopo non ricordiamo. Un giornale scritto da un gruppo di adolescenti "vivaci" dei primi anni '60 che un po' ingenuamente voleva essere satirico, ma che piacque assai, se riuscimmo a venderne in qualche caso più di 200 copie a 100 lire ciascuna. Di lì a poco arrivò la "normalizzazione" impersonata da Franco "Bubi" Mellini, Presidente dell'Azione Cattolica dei "grandi" che cacciò dal circolo (e dal giornale) le teste più calde, quelle in odor di comunismo .. cioè chi scrive queste righe ed il suo stesso figlio Marcello Mellini(!). Uno scherzo da prete, ma il vero scherzo da prete a "Bubi" lo fece la storia (locale) dei decenni successivi, perchè tutti quelli che abbiamo citato ed altri ancora finirono proprio "a sinistra" ed alcuni di loro in maniera impegnata. A sinistra giunse anche Francesco che avevamo conosciuto ancora prima della stagione della Voce Nostra, quando eravamo dirimpettai in via Guerrazzi e lui (professorino in erba) essendo molto più maturo (aveva cinque anni e noi solo quattro, e venivamo dal Brunello) si avventurò in una lezione filosofico-religiosa che parve molto comica alle rispettive genitrici (Rosina e la signora Svezia) tanto che ancora abbiamo nelle orecchie il suono acuto delle loro risate. Francesco poteva stare solo a sinistra perchè era uno di quelli che nella vita hanno più cose da dare di quante ne chiedano; dava lezioni, trasmetteva valori era semplicemente un buon esempio di cittadino, schivo talvolta burbero ("voi due del terzo banco tutti e quattro fuori" lo imitavano i ragazzi ai quali insegnava matematica e fisica) ma generoso, discreto, concreto. Ci fu un momento (sveliamo un trattino di storia) in cui, insieme ad un'altro dei "ragazzi" della Voce Nostra: Peppe Battaglini, con il quale abbiamo condiviso alcune sconfitte essendo dalla parte della ragione (comune unico per tutte), lavorammo perchè Francesco diventasse il sindaco della Portoferraio di sinistra. Evidentemente perdemmo anche in quel caso, Francesco era troppo essere e troppo poco apparire, troppo intelligente e troppo poco incline alle "furbate", troppo modesto e troppo poco sfacciato per spuntarla. E fu un'occasione persa, stasera sappiamo irreparabilmente.
giunchiglia fiore