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I buoni numeri del turismo toscano 2005 e le prospettive isolane

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 23 marzo 2006

Un percorso articolato in dieci forum per analizzare punti di forza e debolezza dei sistemi turistici toscani e per aprire un confronto sulle scelte da compiere al fine di rilanciare il comparto. Numerosi i temi al centro della discussione: dalla competitività e innovazione delle imprese alle politiche dei prezzi, dalle strategie di promozione e marketing per riposizionare la marca Toscana alla qualità dell’offerta ricettiva, alla necessità di fare sistema. E dopo anni difficili è tornato a salire il grafico del turismo. Nel 2005 le presenze sono aumentate di circa il 6 per cento con un ritorno significativo degli stranieri (+8,4 per cento), un consolidamento del turismo interno (+5,4), e segni positivi sulle principali voci (mare, città d’arte, terme). Il lavoro si basa su dati relativi al periodo gennaio-agosto 2005, raffrontato con lo stesso periodo del 2004 e su una stima delle presenze per i quattro mesi successivi. I risultati che emergono inducono a un ottimismo ancora cauto, visti gli andamenti altalenanti degli ultimi anni; il segno più comunque torna ad apparire un po’ in tutti i segmenti: dal mare (+4%), alle città d’arte (+6,4%), dalla montagna (+5,4%), alle terme (+5,2%) sino alla campagna (+11,6). Per quanto riguarda le strutture ricettive, il 2005 propone una crescita condivisa sia dalle strutture alberghiere (+3,2%) che da quelle extralberghiere (+11,5%). Dati e considerazioni emergono dal primo dei dieci incontri provinciali (tenutosi a Prato) che debbono essere considerati significativi anche per il comprensorio elbano, e non tanto e non solo perchè anche la disaggregazione provinciale delle cifre conferma le tendenze, quanto perchè ci dice che l'offerta turistica dell'Arcipelago si colloca in un contesto regionale ampiamente virtuoso. Abbiamo per così dire "i fondamentali" giusti perchè si determini una vera ripresa economica anche all'Elba, ma i fondamentali non bastano. Il punto per il nostro territorio è passare dalla qualità a parole alla qualità praticata. Ed è certo che sarebbe disastroso non prendere il treno della ripresa che sta per transitare, per portare a termine quella vera "rivoluzione" istituzionale, politica, culturale ed economica di cui abbiamo un bisogno che ormai tutti avvertono. L'Elba ha una classe dirigente (imprenditoria ben compresa) culturalmente vecchia, fondamentalmente ostile ai processi innovativi e così innamorata della propria immagine da evitare perennemente di mettersi in discussione. Occorre si verifichi qualcosa che scuota i cristallizzatissimi centri di potere dell'Isola, che generi una crisi generalizzata da cui si esca verso l'innovazione. Non sappiamo se il dibattito in atto sull'assetto istituzionale dell'Elba possa essere il grimaldello adatto a scardinare le porte del tempio, non abbiamo ricette preconfezionate ma siamo certi, che occorra (uno, tre o otto comuni) l'acquisizione di una diffusa coscienza di cittadinanza elbana, che la soluzione dei problemi sia sempre pensata in un'ottica comprensoriale, che la rivalità paesana sia tollerabile nelle gare di voga o di calcio e poco oltre.


lido di capoliveri panorama spiaggia

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