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Controcopertina: Contro il dissalatore anche i gestori dei campeggi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 aprile 2003

Poiché questa associazione, da più di un anno, sta operando a vari livelli affinché venga accettato il progetto Meneghin (che prevede la costruzione di un grande deposito sotterraneo in cui far confluire l’acqua piovana del versante marcianese) per dare una soluzione definitiva al problema dell’approvvigionamento idrico all’isola d’Elba, riteniamo di dover esprimere il nostro punto di vista sull’accordo di recente siglato dalle istituzioni, a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, che prevede l’installazione e l’attivazione di un desalinizzatore a Marciana Marina, presso la vecchia fabbrica del pesce. Se proprio dobbiamo essere sinceri, la nostra sensazione è che la scelta di questo tipo di soluzione sia un qualcosa di estemporaneo, e non il frutto di uno studio approfondito e comparato tra le varie soluzioni possibili. Francamente, ci meraviglia che il Ministro dell’Ambiente finanzi opere di tale natura: con stanziamenti di questa entità sarebbe auspicabile avviare soluzioni più definitive e anche un tantino più ecologiche, dato anche che siamo all’interno di un parco nazionale. Certamente, il dissalatore (che dovrebbe immettere nelle condotte circa 40 lt al secondo) potrà risultare utile per tamponare l’emergenza estiva, ma non potrà mai costituire una soluzione definitiva e strutturale (come qualcuno ha detto) al problema della sete dell’Elba. I motivi sono stati ripetutamente esposti, da noi e da altri: soprattutto, mentre il dissalatore produce una quantità costante di acqua, per tutto l’anno, all’Elba, come in ogni località turistica, il consumo di acqua è concentrato particolarmente nei due o tre mesi estivi. Quindi, il dissalatore può solo attenuare la sete estiva dell’isola, così come può solo attenuare la nostra dipendenza dalla condotta sottomarina (finché si riuscirà a farla funzionare) e dai pozzi della Val di Cornia (che comunque ci mandano un’acqua che presenta un alto contenuto di boro, e dunque di pessimo livello qualitativo).. Ci sono anche altre osservazioni da fare, naturalmente. Questi impianti hanno un costo elevatissimo: quello di Marciana Marina dovrebbe costare circa 2,5 milioni di euro, secondo quanto hanno riportato i giornali. Inoltre, sembra che i costi di gestione (tra in quali, in particolare, spese di manutenzione e consumi energetici) siano rilevanti: per i soli due mesi di alta stagione, si aggirerebbero sui due miliardi di vecchie lire (oltre 30 milioni al giorno). Chi dovrebbe accollarsi questo costo? Dalle indiscrezioni che abbiamo raccolto, pare che le famiglie non dovrebbero subire alcun aumento delle tariffe. L’aumento dovrebbe essere concentrato e “spalmato” sulle aziende, specie su quelle turistiche, le quali dovrebbero, a loro volta, rivalersi sul consumatore finale, cioè il turista. Ma, a parte che per la stagione che sta iniziando i prezzi non possono più essere aumentati, è proprio il caso, in una fase di recessione economica così accentuata, prevedere un qualcosa che porterebbe, negli anni a venire, ad una inevitabile lievitazione dei prezzi? Possiamo ancora permetterci questi lussi? E ancora: se i costi di gestione sono davvero così elevati è presumibile che per dieci mesi l’anno l’impianto rimarrebbe inutilizzato. E allora: non si rischia di far diventare rapidamente il nuovo impianto un ammasso di ferro rugginoso come è già accaduto al Buraccio? Un’altra osservazione. E’ noto che i dissalatori producono una “salamoia” altamente inquinante e che risultano pure assai rumorosi. Ecco, considerato che l’Elba, come già abbiamo ricordato, è sede di un importante parco nazionale, considerato pure che gran parte delle nostre campagne promozionali sono basate sull’integrità della natura era davvero il caso di dotarsi di un’attrezzatura che presenta un impatto ambientale così elevato? Concludiamo: se è vero che l’acqua raccolta con il progetto Meneghin (trattandosi di pura acqua piovana) sarebbe di livello qualitativo assai superiore a quella prodotta con il dissalatore; se è vero che il progetto Meneghin risolverebbe per sempre il problema dell’approvvigionamento idrico all’Elba; se è vero che l’acqua così raccolta avrebbe per noi costo zero; infine, se è vero che il progetto Meneghin, che non avrebbe alcun impatto ambientale, potrebbe autofinanziarsi attraverso il materiale estratto nel corso dei lavori, perché incamminarsi verso altre costose e problematiche soluzioni?


fosso della madonnina portoferraio alluvione

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