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Dopo il 5 Aprile il 9 Aprile

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 08 aprile 2003

Quando la maggior parte dei lettori di Elbareport leggeranno queste righe nella giornata del 9 aprile, saranno passati esattamente 30 anni da un giorno importante per la storia della sinistra elbana. Nella serata del 9 aprile 1973 Giovanni Fratini fu eletto per la prima volta Sindaco di Portoferraio. Concorsero alla elezione i consiglieri della sinistra (allora il sindaco lo votavano i consiglieri) e due altri eletti nelle liste della D.C. (Franco Scelza e Pietro Monfardini) che avevano deciso di chiudere con un partito chiuso, arroccato e refrattario a quanto di nuovo passava allora nella società civile Portoferraio (anche se non si usava chiamarla così). Rimpiangere in blocco i tempi che furono, oltre ad essere un esercizio inutile e perdente, sarebbe una professione di egoismo da evitare perchè rimpiangeremmo non la realtà oggettiva dell'epoca, ma il nostro essere giovani. Serve casomai notare che in quella realtà, senza dubbio meno articolata e più manichea di quella attuale, i partiti erano molto più interpreti dei bisogni e delle tensioni ideali della cittadinanza. Ma da cittadini (per scelta) privi di cariche di partito ed elettive, e senza alcuna ambizione in entrambe le direzioni, non concordiamo affatto su una sorta di demonizzazione delle forze politiche, o sul considerarle "un'altra cosa" perfino ostativa, rispetto ad un processo di allargamento della democrazia e della partecipazione, che abbiamo sentito risuonare un po' troppo spesso ultimamente. I cittadini che si sono liberamente associati in partito, avvalendosi del disposto dell'articolo 49 della Costituzione Italiana (non si ferma a 11, possiamo assicurarlo avendola letta), non si sono macchiati di nessun peccato originale né democratico, né tantomeno partecipativo. Ciò detto pur guardando con molto interesse a tutte le posizioni ed a tutte le intelligenze che costituiscono il differenziato oceano progressista, non comprendiamo cosa spinga Rizzoli,di solito persona avvertita e prudente, ad arrampicarsi sugli specchi per definire positivo e creativo l'unico passaggio di quell'assemblea che sapeva veramente di cavilloso vecchiume gruppettaro. Non ragionando delle magnifiche sorti e progressive dell'umanità nel secolo ventunesimo, ma approntandosi a costruire strumenti concreti ed organizzativamente complessi come un programma di governo per Portoferraio, la ricerca dell'unanimismo potrebbe risultare micidiale e condurre ad una totale paralisi. Non crediamo sia giusto né democratico conferire a qualcuno una sorta di diritto di veto, e Rizzoli può compiere tutte le piroette dialettiche che vuole ma ci dovrebbe spiegare convincentemente. Atteso che tutti coloro che erano là fossero davvero alternativi alla giunta Ageno, perchè non dichiararlo e sottoscriverlo? Non regge neanche un po' la storia della cattura degli agenisti ravveduti (che se si ravvedono cercheranno nei fatti una posizione alternativa). L'emendamento proposto sembrava più improntato al ragionamento di chi dà un giudizio negativo uguale e complessivo delle forze politiche di destra, centro e sinistra e ritiene che la sua comparsa rappresenti l'anno zero della storia politica portoferraiese, pretendendo conseguentemente di dettare le regole ed il metodo del dialogo all'interno del centrosinistra. Personalmente crediamo che quella modifica del documento sia stata un errore politico dell'assemblea più che un momento di esercizio della tolleranza verso una esigua (sia pur con il rinforzo di Rizzoli) minoranza. Chi scrive in minoranza c'è stato spesso e talvolta molto volentieri, non è la fine del mondo non veder passare i propri intendimenti, nel gioco democratico ci sta. Per inciso il 9 aprile ricorre anche un altro trentennale, assai meno importante, quella sera infatti con la voce tremante dall'emozione dettammo alle "dimafoniste" dell'Unità un articolo nel quale si raccontava della piccola rivoluzione portoferraiese, era il primo per un vero "giornale". Sono quindi esattamente trent'anni che i lettori ci sopportano, ciò dovrebbe essere di conforto a chi non ci ama, il più è fatto, non pretendiamo di continuare ad annoiare per altrettanto tempo.


portoferraio consiglio comunale Uberto Lupi 1982

portoferraio consiglio comunale Uberto Lupi 1982