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NANNI L’OROLOGIAIO

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 05 novembre 2002

Abbiamo fatto un’invasione di campo, inserendo un artigiano nella rubrica riservata all’arte? Pensiamo proprio di no. Nanni “il” Calafati, infatti, era un Artigiano con la “A” maiuscola, dunque merita di entrare a pieno titolo nella della grande variegata famiglia degli artisti. A Portoferraio (ma ovviamente anche a Rio Marina, a Rio Elba, Porto Azzurro, Capoliveri, Marina di Campo, Marciana Marina, Marciana, comprese le rispettive frazioni e campagne) di personaggi , quelli dei quali è giusto tramandare le imprese ai nipoti, non ne mancavano davvero. Almeno fino a qualche decina di anni fa. Nanni era uno di questi. Uno degno di entrare nei grandi. Insieme a personaggi del calibro di Nando l’Orefice, il Berchioni, l’Ungherese, Ricciotti, Leo Corsi, Allesandro Gemelli. E, per ora, limitiamoci a questi nomi. Così, ripensando alla foto dell’altro giorno, dove si vede l’Orologio (quello del centro storico, ovviamente) che segna ancora l’ora legale, era inevitabile che ci venisse subito in mente Lui, il mago delle lancette. Chissà che dispiacere , per Nanni, se di lassù vede che l’ Orologio, quello storico, emblema di Portoferraio, va indietro di un’ ora … Nanni era l’orologiaio per antonomasia, umile, disinteressato, modesto, taciturno quanto bravo a riparare gli orologi sia che fossero i “normali” cronografi sia che si trattasse di sveglie, cipolle, pendole, clessidre, meridiane e via dicendo. Anche orologi ad acqua. Magari un po’ geggio, questo sì. Se non gli “stavi dietro”, se non ti mettevi a sedere con lui marcandolo stretto, se non ti facevi vivo dopo una settimana, l’orologio lo riavevi a babbo morto. Ad ogni modo, la sua bravura mai fu messa in discussione.. Non meno abile era nell’aggiustare qualsiasi altro congegno che aveva a che fare con ingranaggi, rotelle, ruote dentate ma se la cavava bene pure con ferri da stiro, aspirapolvere. Non parliamo delle macchine dattilografiche o calcolatori. Infatti, lo ricordiamo rappresentante dell’Olivetti nella bottega di Via Guerrazzi (dove fino a qualche anno fa c’era un negozio di articoli sanitari) e più tardi, nello sgabuzzino a lato dell’entrata al Mercato Coperto. Il computer? Non l’ha conosciuto, perché se n’è andato prima. Ma nessuno ci toglie dalla testa che avrebbe imparato subito a destreggiarsi col mouse e diventare un’ autorità nel settore, pronto a rispondere alla nostra chiamata quando il Pc fa la carogna. Nanni però deve la sua fama agli orologi. Tant’è che lui era l’esperto cui era affidato da tempo immemorabile il funzionamento degli orologi comunali. Ogni giorno saliva le scale della Biscotteria e metteva a punto gli ingranaggi. Poi, scendeva in piazza Cavour, entrava nel bar Centrale (sotto l’arco) si tirava su lentamente per la scaletta di ferro murata in parete fino al terrazzo per controllare e “rimettere” anche gli orologi della Porta a mare. Con lo scrupolo di una persona che al suo mestiere ci tiene. E poi rieccolo in piazza soddisfatto che coi suoi passettini lenti va a bersi un caffè da Nandino, al Kursaal. Col suo mestiere avrebbe potuto raggranellare un buon gruzzolo, ma lui era contento così: gli bastava qualche lavoretto da due soldi e le 50 mila lire al mese per il “disturbo” quotidiano. Ma Nanni il Calafati era un artista.


portoferraio orologiaio Nanni Calafati

portoferraio orologiaio Nanni Calafati