Dunque è sconfitto? Dunque la svolta è vicina? Non sapremmo dire. O almeno non sapremmo dire quanto vicina, e in che condizioni sarà il Paese quando si verificherà. Speriamo che tra un mese sia possibile riprendere il cammino della normalità, e che l’anomalia di questo lungo periodo sia superata per sempre. Allora i magistrati potranno lavorare in un clima sereno, e sarà possibile capire subito se qualcuno di loro sereno non è; i medici avranno possibilità di realizzare la propria funzione senza dover subire la concorrenza interna di una medicina più ricca e meno controllata; gli insegnanti potranno misurarsi senza interferenze con la delicata responsabilità che la società affida loro, e sarà possibile capire subito se qualcuno di loro ha scambiato il servizio per una rendita; e le forze dell’ordine potranno svolgere il loro compito senza sollecitazioni esterne e senza interferenze, e sarà possibile vedere subito se qualcuno si abbandona a tentazioni di fiancheggiamento, di favoreggiamento, di compiacente partecipazione a faide di gruppo o a vendette private. Sono stati anni difficili questi ultimi, difficili per tutti. Chi al potere aveva molto da farsi perdonare ha finito per corrompere anche chi deve per ruolo istituzionale essere strumento forte solo nelle mani dello Stato: perché se chi è investito delle più alte responsabilità fa prima di tutto gli affari propri, finisce per trascinare nella stessa china anche chi ha responsabilità subordinate. Se ad aprile potremo celebrare una seconda liberazione, dovremo rileggere con attenzione le storie grandi e piccole di questi ultimi anni: e non sarà semplice, ancora una volta, separare il grano dal loglio e, alla luce delle vicende romane di questi giorni (lo spionaggio politico, per intendersi), capire chi davvero ha operato a tutela dei cittadini e chi contro qualche cittadino per conto terzi, come ci è sembrato di vedere, anche qui all’Elba, a più riprese: con denunce fatte su commissione, provvedimenti giudiziari minacciati e profetizzati con largo anticipo, raid di forze dell’ordine, e alla fine severissimi interventi della magistratura per ipotesi di reati gravi in fatti (da provare) di entità risibile. Dovremo rileggere con attenzione, perché il gioco delle tre carte fa sempre vincere i birboni, finché non si svela il trucco: perché nessun birbone deve poter dire impunemente che “Fassino, dopo l’intercettazione della telefonata con Consorte, non può dare lezioni di morale politica a Storace”, dal momento che Fassino è stato vittima di quella intercettazione (o almeno della pubblicazione di quella intercettazione che era stata cassata dall’inchiesta), mentre Storace (sempre che sia in qualche modo coinvolto) in ogni caso sarebbe stato promotore di intercettazioni. Perché nessuno possa impunemente dire che i magistrati rossi sono colpevoli di usare la giustizia come arma politica, quando chiedono il rinvio a giudizio di un imputato ‘politico’ (se poi dovessero evitare i periodi elettorali per i rinvii a giudizio, in Italia non si celebrerebbero più processi ai politici: con quali conseguenze per la democrazia si può presto immaginare): perché colpevole è chi ha commesso il reato, non chi il reato lo persegue. Perché nessuno possa più dire “si contenga” o “si dovrebbe vergognare” a dei giornalisti che fanno comunque il loro mestiere, quando non si vergogna e non si contiene inondarci di farneticazioni ormai deliranti di terrorismo verbale. Speriamo che questa rilettura non intralci più di tanto il cammino di chi deve governare, perché non c’è tempo da perder a ricostruire una società democratica, prima ancora della sua economia e del suo prestigio. Certo, se si pensa a chi dovrà poi ricostruire società democratica, economia, prestigio, e la mente si sofferma sui volti e sulle persone, c’è da sentirsi male. Ma, una cosa alla volta! La Primula Russa (noi no) www.isoladelba.splinder.com la Vignetta: Appunti di Silvio da Diario
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