Da tempo volevamo trattare di un serio problema che affligge l'Isola del Giglio e lo spunto ce lo ha dato Giuseppe Modesti che oltre ad essere il Presidente della locale Confraternita di Misericordia e noto imprenditore è anche un attento osservatore del territorio. “La pineta del Giglio – ci ha dichiarato - è ormai in pieno stato di abbandono. Infatti degli ultimi due addetti dipendenti dell’Amministrazione Provinciale di Grosseto, uno è andato in pensione, l’altro si è licenziato, e in ogni modo sarebbero stati trasferiti sul Continente. La domanda direbbe il noto giornalista Lubrano, nasce spontanea: che fine farà la pineta? I lavori per la riforestazione di alcuni terreni del Giglio mediante piantagione di pini con finanziamenti statali, iniziò negli anni cinquanta/ sessanta e devo dire che fu anche occasione per creare posti di lavoro, in quel periodo molto carenti. Infatti i salariati superarono le trenta unità fra cui anche molte donne, creando anche se vogliamo una certa tranquillità economica per le famiglie del Giglio. Pertanto lo scopo raggiunto fu duplice creare posti di lavoro ed incrementare il patrimonio boschivo dell’Isola. Tutta l’operazione fu gestita dal Corpo Forestale dello Stato e non solo si riuscì a creare ciò che oggi è sotto gli occhi di tutti ma fu anche occasione per costruire le uniche strade interpoderali divenute di primaria importanza per l’Isola sia dal punto di vista turistico che agricolo permettendo a quei pochi contadini di continuare a coltivare i vigneti ormai in stato di completo abbandono. Non voglio entrare nel merito se la scelta di piantare i pini fu o meno giusta, una cosa però è certa oggi la pineta è in completo stato di abbandono, senza alcun responsabile, sottoposta ad ogni rischio e senza futuro, con un invito, a chi ne avesse voglia, di farci un giro all’interno della stessa per vedere di persona la tragica situazione. Altra cosa certa è che in tutti questi anni, comunque, si è speso denaro pubblico, denaro dei contribuenti, per creare delle pinete che purtroppo oggi sono in assoluto stato di desolazione. La speranza - conclude il Modesti - anche se solo illusione, è che questo messaggio non cada nel vuoto”. Nulla da aggiungere alle parole di Giuseppe Modesti che inquadrano perfettamente il problema, vorremmo soltanto che questo grido di allarme fosse letto soprattutto dalla Presidenza del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano con la speranza che almeno quello che di “bello” in queste isole è stato realizzato fosse se non altro mantenuto.
Isola del Giglio sfumata