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Il Sindaco di Portoferraio: "Se i comuni debitori non pagano l'ESA collassa"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 11 marzo 2006

L’Esa, l’azienda pubblica elbana che cura la gestione dei rifiuti, rischia il collasso. Nel bilancio gravano come macigni i debiti degli otto comuni. In primis il milione e 400 euro del comune di Campo nell’Elba, ma in totale si tratta di 5 milioni e mezzo di debiti. Se la società fallisse i creditori si rivarrebbero sul comune di Portoferraio che è socio al 99% ed è il principale responsabile patrimoniale. La situazione è grave, la discarica di San Vincenzo, verso la quale naviga la maggior parte dei rifiuti indifferenziati, minaccia di rimandare indietro i carichi se Esa non salda il milione e 300mila euro di debiti che ha nei suoi confronti. Gli amministratori del comune di Portoferraio sono infuriati, al limite della pazienza. “Capoliveri e Marciana Marina sono esemplari – ha dichiarato il sindaco Roberto Peria – si trovano perfettamente in linea con i pagamenti, hanno soltanto da pagare debiti correnti. Il vero problema è Campo nell’Elba, nei confronti del quale siamo intenzionati a prendere provvedimenti estremi, che possono andare dalle ingiunzioni di pagamento all’interruzione del servizio”. Campo nell’Elba è insolvente - dicono gli amministratori - anche dal punto di vista dell’ampliamento della discarica di Literno, operazione che permetterebbe di evitare il trasferimento dei rifiuti in continente e quindi ridurre i costi La grave situazione è stata illustrata durante l’ultima assemblea Esa che si è tenuta l’8 marzo scorso, alla quale mancava proprio Campo nell’Elba. L’assetto della società è alquanto complesso: sono soci 7 comuni che usufruiscono delle prestazioni Esa attraverso i contratti di servizio, Campo nell’Elba non fa parte della società ma si avvale ugualmente di Esa che rilascia nei suoi confronti normali fatturazioni. Fatture per la maggior parte non pagate. Esa perciò sta boccheggiando. Portoferraio dovrà inserire nel prossimo bilancio ben 850.000 euro. “Se i comuni non inseriscono nei propri bilanci la previsione di spesa – spiega Peria - Esa chiude”. Numerosi sono stati gli ostacoli che Esa ha incontrato sul suo cammino. Il 7 gennaio del 2005 è stato ufficiosamente raggiunto un accordo per la messa a regime del ciclo dei rifiuti. Pochissimo di ciò che è stato deciso è effettivamente partito, è stata completata soltanto una parte del rewamping del Buraccio, operazione che permetterebbe di praticare la raccolta differenziata, e quindi ridurre i costi smaltimento. Ma anche qua sono lacrime e sangue. I 4 milioni dei fondi Dupim accordati per l'operazione non sono ancora stati erogati dalla Provincia, per problemi burocratici. Esa ha dovuto perciò anticiparli, esponendosi ancora di più. Le condizioni del trasferimento dalla Provincia ad Esa saranno discusse im una riunione il prossimo 14 marzo con l'assessore provinciale all'ambiente Rocco Garufo. Se però siamo arrivati a questi punti anche l'Esa ha le sue responsabilità. "Il 60% dei costi complessivi riguarda lo smaltimento - dichiara il vicesindaco Angelo Zini - e su questo la società non può farci nulla, potrebbe invece ridurre di almeno un 5% di costi dell'amministrazione interna. Finora non ha neppure potuto contrattare con i fornitori dato che con il dissesto finanziario i pagamenti sono stati assai dilazionati nel tempo." Queste le somme dovute ad Esa dai vari comuni: Rio Marina 564mila euro, Marciana 638mila, Porto Azzurro 676mila, Rio nell'Elba 165mila, CApoliveri 127mila, Marciana Marina 205mila, CAmpo nell'Elba un milione e 429mila, Portoferraio un milione e 350mila, esclusa una transazione in corso con Daneco per 500mila euro. Portoferraio è deciso a porre fine a questa situazione che si trascina da anni a cui già l'Esa avrebbe dovuto rimediare ricorrendo alle azioni previste per i comuni insolventi. Il sindaco di Portoferraio è intenzionato a covolgere anche il viceprefetto Fulvio Testi per gestire l'emergenza Esa, e per scongiurare guai peggiori di quelli finora incontrati.


Buraccio Uffici

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