Silviuccio Playboy e le merendine Il Cavalier Crescina, temporaneamente presidente del Consiglio italiano, incontrando al Congresso degli Stati Uniti la delegazione parlamentare italo-americana, ha detto che uno zio d'America (poteva mancare anche questo personaggio nella favolistica berlusconiana?) fece avere al giovane pipparolo, all'allora liceale, allievo di un istituto salesiano, la prima copia di Playboy. Naturalmente il futuro cavalier Tuttomio la metteva all'asta, nell'ora della ricreazione: per "passare dieci minuti da soli con la playmate del mese" bisognava pagare con la migliore merendina. Il cavalier Onanist (la statura di Berlusconi non c’entra, Assessore) ha concluso: "Ma eravamo lo stesso dei buoni cattolici". Questa, meglio che la storiella del padre che porta Silviuccio in un cimitero di guerra americano del nord Italia che secondo Mastella non può esistere, spiega bene l’uomo di Arcore. Quindi: Silviuccio aveva uno zio corruttore di minorenni che gli inviava giornalini porno (almeno per il comune senso del pudore dei tempi) dall’America, Silviuccio, che forse glieli chiedeva, li faceva entrare clandestinamente in una scuola di preti ed incitava i giovani a fornicare, chiusi nel bagno, a cinque contro uno e capitan per terra. Il tutto non per amicizia virile, trasgressione giovanile, sberleffo delle regole: si faceva pagare, come quelli che vendono cassette porno taroccate a Napoli. Fatto tutto questo casino in una scuola cattolica, favorendo la violazione di almeno tre dei dieci comandamenti ed incitando ad una pratica autoerotica che, allora, i preti dicevano portasse alla cecità, ma Silviuccio che violava le regole di religione e scuola religiosa era convinto di essere ancora un buon cattolico. D’altronde ancora oggi è convito di essere un buon presidente del Consiglio, eppure di casini ed atti impuri ne ha fatti molti di più da capo del governo che nel bagno della scuola dei Salesiani! Ma la cosa disvelata dal racconto americano è un’altra: ora si capisce da dove viengono il gusto per le barzellette sconce, le battute pecorecce e la televisione di oche ignude e sgallettate importata in italia da Mediaset: erano tutte idee del suo zio americano che Silviccio ha poi coltivato, seduto sulla tazza di un bagno dei salesiani, con il paginone centrale di Playboy ben aperto! TIRO FISSO Confessiamo che nell'apprendere dalla TV che qualche maggiorente americano ha definito il Massoncello Arcoriano "un nuovo De Gasperi", ci è andato di traverso un boccone ed abbiamo rischiato il soffocamento: paragonare uno dei Padri della Costituzione allo spappolatore principe della Carta Costituzionale ci pareva troppo perfino per un americano. Quello che oggi ci ricorda, caro signor Tiro Fisso, ci consente di continuare a meglio differenziare i due personaggi. Ce lo vede lei un De Gasperi abbandonarsi in ambito internazionale a spiritosi conversari aventi per oggetto le proprie adolescenziali pugnette, nonché le vanterie sull'esazione di tangente (mai termine suonò più pertimente giacchè "tangere" significa proprio "toccare") sugli altrui rasponi? Visto il personaggio e vista la sua deriva umoral-gonadico-scatologica, nello sciagurato caso di rielezione, cosa ci dovremmo attendere? Forse relazioni sulle polluzioni notturne del giovane silvio, spiritosaggini da caserma sul di lui smegma prepuziale, bilanci sulle sue attività deiettorie? Un adagio ormai in disuso recitava "Non è villano chi sta in villa(leggasi campagna) ma chi fa villania". Ugualmente non è volgare chi usa sempre o occasionalmente il linguaggio del volgo, pure in maniera cruda, ma chi dice delle volgarità, come quell'ometto pieno di sè che pensa che tutto gli sia consentito, pure di andare all'estero rappresentando i fratelli (segaioli) d'Italia. Perchè il discorso del più affidabile dei servitori che tanto entusiasmo ha raccolto tra i padroni ammannitoci in patria in tutte le salse non è stato integrato (tanto per definire la statura dello statista) con uno stralcio dell'epocale discorso sulle pippe salesiane? Abbiamo scritto "servitore" ed a ragion veduta per ragioni un po' più serie dell'autoerotismo di Berlusconi&Co. Il viaggio elettorale in America non è servito a far avere giustizia ai 17 morti della funivia del Cermis massacrati da un delinquente americano (sottratto alla giustizia italiana) che pilotava ubriaco un cacciabombardiere, né servirà a processare equamente quelle teste di cazzo in divisa da marines (protette da Bush) che uccisero un valoroso poliziotto italiano a Bagdad, né a punire i 22 (leggasi 22) spioni della CIA (riparati in America) che hanno violato la sovranità nazionale italiana, compiendo una sfilza di reati, combattendo una guerra al terrorismo tutta loro. Il fedele servitore è stato ringraziato dei servigi resi tra i quali c'è stato anche il non pretendere su quanto sopra il rispetto della nostra dignità nazionale. A lui serviva solo di battere la grancassa (delle libertà)
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