Fortunato Rossi detto Beppe (ma più noto col soprannome di Tardò), cioè nostro padre, era persona dal parlare raro e talvolta brusco, non sempre forbito, ma era in grado di sintesi, paragoni, similitudini che rendevano perfettamente il suo pensiero su un argomento, aspetto o persona. Non ci dimenticheremo mai quello che gli sentimmo dire una sera d'estate di quasi mezzo secolo fa, quando da pargoletti ci aveva seco condotti a frescheggiare ai tavoli esterni del Bar Roma lato piazza, in una serata agostana. Assistevamo ad una chiacchierata tra quegli "omini grandi" mangiando un gelato nostro padre rappresentava il suo bisogno di una certa autorizzazione per il suo lavoro complicata da ottenersi. "Eh - disse uno - vai da Tizio, anche a nome mio .." Ma vedendo che nostro padre aveva preso l'aria corrusca che assumeva quando qualcosa non lo convinceva insistè: ".. non ti perita' Beppe che è il su' mestiere e poi quarche favore nien'ho fatto!" Ma vedendo che Tardò restava zitto chiese: "Ma c'è qualcosa che non va? c'hai leticato?" "No - rispose nostro padre - non è che ... - e poi partì secco - ma l'hai visto nel muso? Quando ho voglia di parla' co' una fava me lo tiro fori che faccio prima!" (trad. ma hai osservato la sua faccia? laddove io bramassi di conferire con un membro virile, porterei alla luce quello di cui son originariamente dotato, risparmiando in tal guisa del tempo) Ecco se per incantamento nostro padre si fosse trovato a Palazzo Chigi a ricevere la proposta della Lega, relativa al nominativo del sostituto di Bossi post-coccolonem come ministro, e gli avessero proposto Calderoli, siamo sicuri che avrebbe ripetuto la considerazione espressa al Bar Roma. E invece del povero Beppe, cavatore e pozzaiolo isolano, c'era il Napoleone di Arcore, il Messia di Brugherio, il Profeta di Milano 2, il Churcill di Cinisello Balsamo il Genio di ...... e manca poco ci dichiara guerra anche il Qatar