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Noi elbani, moderni Dragut

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 17 febbraio 2006

mi sento obbligato ad intervenire a proposito degli appelli di alcuni giorni orsono,circa le pessime condizioni della Torre del Giogo, avvalorando la tesi di poter fare l'impossibile per evitare la cancellazione di un monumento così importante sulla nostra Isola, per mano dei “Moderni Dragut”, riconoscibili nella scarsissima sensibilità di noi Elbani, per questo patrimonio inestimabile lasciatoci in eredità. Da molti anni, con il Gruppo “LA TORRE”, attivato nel 1987 insieme ad alcuni amici sensibili di S.Piero, abbiamo cercato di porre rimedio allo stato di abbandono dei numerosi monumenti presenti sul nostro territorio Comunale. Ricordo quando, da bambino, mi recavo a piedi lungo il sentiero che conduce alle Piane del Canale, per portare il desinare al mio babbo che coltivava quei terreni, e rivedo le mura cadenti e la vegetazione che invadeva la vecchia Chiesa di San Giovanni; ricordo la bella Torre con un grande squarcio sulla parete sud. Fu merito dell'allora Maestro elementare Publio Olivi se, negli anni 55/60, i due monumenti furono restaurati ricostruendone quelle parti andate in rovina. Da allora però, per alcuni decenni vi fu una fase di nuovo abbandono, fino a quando nel 1987 ci rendemmo conto del pericoloso processo di degrado della Torre e decidemmo di salvarla. All'epoca due fortunate coincidenze ci hanno permesso di poter salvare il monumento: la prima fu la conoscenza e la collaborazione con il Gruppo Tecnologie Strutturali Antiche guidato dall'Arc.M.Ricci, che effettuò il rilievo della Torre, necessario per il progetto di restauro. La seconda lo scoprire che l'immobile era di proprietà privata, addirittura di una signora tedesca (Singer), maritata con un Bayldon (Inglese). La sensibilità e la collaborazione offertaci da questa famiglia, non Elbana , si concretizzò nella firma del progetto di restauro e nell'anticipo al Gruppo di 30 Milioni di lire, come contributo per il restauro. Quella fu la cifra di partenza che ci permise di attivare il cantiere , una volta terminate le pratiche con il Comune e la Soprintendenza di Pisa. Come Gruppo abbiamo cercato aiuti e contributi organizzando concerti nella Chiesa di S.Giovanni, da noi ripulita e resa fruibile al pubblico. Fu stampato un libro sul Comune di Campo, la cui vendita portò tanti piccoli aiuti di 20 mila lire utili per l'acquisto di materiali. Si dimostrò vincente la scelta di una piccolissima ditta artigiana di S.Piero per l'esecuzione dell'intervento in economia,(la ditta Montauti Romelio ed il figlio Mirko), seguiti costantemente dall'Architetto Ricci, direttore dei lavori. Sulla cifra stimata per allestire le impalcature di servizio, fu possibile, grazie ad un ingegnoso ma sicuro ponte aereo calzante sul masso granitico studiato dal Ricci, risparmiare diverse centinaia di migliaia di lire. L'istallazione avvenne per opera della piccola ditta Bontempelli A. di Campo. Le bozze in granito, preparate grazie all'aiuto della cooperativa Corridoni di S.Piero e lavorate dai Beneforti, servirono a rimpiazzare quelle bozze in granito andate perdute, necessarie per la stabilità della Torre. Finalmente ad un anno di distanza dall'inizio lavori, il 26 giugno 1996, dieci anni orsono, con motivato orgoglio, vi fu la festa di chiusura dei lavori , culminata con canti ed un meraviglioso concerto notturno in S.Giovanni con due professionisti Svizzeri (Eva Kauffungen all'arpa ed Oscar Garcia al Violino), esibitisi gratuitamente per l'occasione. Da allora la torre, più salda che mai, continua a vigilare il versante campese del monte Calanche. A consuntivo, tirando i costi all'osso,ma eseguentdo un lavoro ineccepibile,con meno di 100 milioni di lire siamo riusciti a terminare i lavori, per i quali l'Ente Parco contribuì con 8 M.ni ed il Comune di Campo con 5 M.ni. Il nostro esempio di ampia collaborazione , ma soprattutto di grande volontà, può essere preso a guida da chi vorrà impegnarsi nel portare avanti il progetto di restauro ormai divenuto inderogabile, viste le condizioni della torre del Giogo. Il nostro Gruppo si dichiara fin da ora disponibile ad una ampia collaborazione, unitamente alla Schola Cantorum, purchè si prenda a cuore, noi ELBANI per primi, quanto siano importanti per il presente, ma soprattutto per il futuro non più così roseo, i mumerosi monumenti presenti sul nostro territorio, per i quali, è bene ricordarlo, siamo solo i tutori e non i proprietari. Se si troveranno persone motivate in tal senso,i nostri nipoti e pronipoti ,potranno ancora godere di queste valenze architettoniche e non solo leggerne i soli nomi sui libri di storia dell'Elba, Sinceramente,


Torre di S.Giovanni  campo giorno

Torre di S.Giovanni campo giorno