Isola d. Giglio, 15 febbraio 2006 - “Purtroppo l’appello lanciato a fine gennaio non è servito a nulla. Da qualche giorno infatti, i tre cipressi del cimitero di Castello sono andati a fare buona compagnia a coloro a cui con tanta passione e per tre quarti di secolo hanno fatto ombra e compagnia”. Sono cioè scomparsi anche loro: sono caduti, tagliati senza pietà, morti; per sempre!!! La comunità di Giglio Castello che da anni si raccoglie sempre più spesso tra le piccole mura di quel cimitero per ritrovare i propri cari, in un luogo che negli ultimi anni è diventato purtroppo tra i più frequentati del paese, d’ora in avanti, mentre da una parte ricorderà nostalgicamente e con il proprio dolore l’uno o l’altro caro defunto, dall’altra avrà da dolersi di un nuovo dispiacere: lì dove c’erano i cipressi adesso non vi è più nulla. Non ci sono più neanche loro, tre pezzi di storia della comunità del capoluogo che se ne sono andati nel giro di poche ore. Spariti in un sol giorno sotto il taglio di una veloce della lama di una motosega! Ma pare che questi, risvolti purtroppo umani, molto legati alla sensibilità degli isolani di Castello e a un etica doverosamente rispettosa di un luogo sacro qual’è quello del cimitero, non siano stati assolutamente presi in considerazione dall’amministrazione comunale, che pure ha sede nel capoluogo, la quale, fino ad ora, non ha fornito alcuna motivazione convincente sul perché avrebbe voluto tagliare 12 alberi annosi di alto fusto. Nessuno riesce quindi a capire la ragione o la logica del loro abbattimento. Intanto però, la motosega ha indirizzato i suoi impegni su Campese, e siamo sicuri che porterà a compimento la propria opera nel più breve tempo possibile. Complimenti dunque alle menti eccelse che hanno elaborato e deciso quello che secondo noi è soltanto uno scempio! Ma, dal momento che gli alberi rappresentano un patrimonio effettivo, un valore aggiunto reale ovunque essi si trovino, ora più che mai, con i buchi dell’ozono e con la discutibile sopravvivenza di un pianeta che sempre più bisogno di una vegetazione rigogliosa e di piante possibilmente vive, ci piacerebbe poter chiedere all’assessore all’ambiente: “ma che non sia per caso proprio il taglio di 12 alberi il modo più sentito per festeggiare il primo anno dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto già tanto decantato il 16 febbraio 2005 dall’amministrazione comunale ? Specie quando - per di più - almeno nove di quei 12 alberi ineccepibilmente si trovano nelle vicinanze della casa di tale assessore, cioè a Giglio Campese? Che non si sia accorto di nulla?” Ma, ricordiamo male o esattamente nel febbraio del 2005, in occasione della ricorrenza, c’era stato uno “storico incontro” (così lo definiva almeno la stampa), al Giglio, tra “ambientalisti” - quelli di Legambiente - il Sindaco e l’Assessore competente? A ricordare tante belle parole. Tuttavia ci piacerebbe sapere una cosa, una cosina così, tanto tanto: “Ma agli ambientalisti di allora è capitato per caso di far presente ai nostri amministratori che, come si insegna d’abitudine ogni anno ai più piccini e alle scolaresche infantili durante le numerose feste degli alberi, è un vero peccato mortale tagliare anche se più o meno motivatamente gli alberi? Specie quando di tratta di piante rigogliose e sane come alcune di esse sono da sempre? Già, ma nessuna di quelle 12 piante di cui trattiamo avrebbe mai potuto avere alcun “rotore”. Nessuna di esse è in grado di produrre infatti “energia elettrica” , quindi, non sarebbe mai stata “produttiva”. O per lo meno non lo sarà mai, e non potrà mai essere dunque oggetto di interesse in tal senso. Neppure per l’ENEL G.P. che, tuttavia, una volta un proprio albero - a pale, si intende, e dotato di opportuno rotore - lo avrebbe proprio voluto piantare, nel più profondo rispetto del Protocollo di Kyoto, alle “Porte” di Giglio Castello, e - figuriamoci - con l’assenso di tutta l’amministrazione! Ma per finire, o a ripensarci bene, forse avremmo capito anche il perché dovrebbero essere stati tagliati quei 12 alberi sull’isola, e probabilmente anche il perché, malgrado tutto, continueranno ad essere tagliati a Campese oltre che a Castello. 12 preziosissimi regali della natura. “Come avrebbe fatto - invero - la lista “NUOVI ORIZZONTI” a vedere gli orizzonti a cui si sarebbe voluta riferire se proprio quegli stessi alberi, peraltro di alto fusto, fossero fastidiosamente rimasti al proprio posto?” Chissà, adesso, senza quelle seccanti piante già ostacolo di rinnovati orizzonti, forse qualcosa di nuovo potrà accadere nell’isola!
giglio capo marino