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Polluce: 4 avvisi di garanzia alla società che aiutò gli inglesi nel primo "recupero"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 15 febbraio 2006

"Quattro avvisi di garanzia - si legge in una nota Ansa - sono stati inviati dalla procura di Livorno ai rappresentanti legali della società Tecnospamec di Genova, specializzata in lavori marittimi e subacquei, che partecipò con una grossa imbarcazione noleggiata da un gruppo di inglesi al recupero del tesoro del piroscafo genovese 'Polluce', affondato nel 1841 al largo dell' Isola d' Elba. L' inchiesta venne avviata perché gli inglesi, ora rinviati a giudizio, avevano chiesto e ottenuto, attraverso la società ”Risdom Bearley” i permessi della Capitaneria di porto e della Sovrintendenza ai Beni archeologici della Toscana per il recupero di un altro mercantile inglese, il Glen Logan, silurato nel 1915 sempre al largo della Sicilia. A far scoprire che gli oggetti recuperati non erano del Glen Logan, ma del 'Polluce' è stata un' asta indetta a Londra. Monete, vasellame, cammei, orologi, monete d' oro, risalivano infatti a metà Ottocento e, secondo esperti del British Museum, erano tra gli oggetti trasportati dal piroscafo genovese. Nelle stive del Glen Logan, inoltre, doveva esserci solo un tesoro di lingotti di alluminio e di argento. Nell'ambito dell'inchiesta, che si pensava fosse conclusa, sono già stati rinviati a giudizio tre inglesi, David Dixon, Nicolas Pearson e George Sinclaire, organizzatori del recupero, e un francese, Pascal Kanik, venditore di antiche mappe nautiche di tesori ancora in fondo al mare. Il processo nei loro confronti si terrà davanti al tribunale di Livorno nella sede distaccata di Portoferraio. Le accuse a loro carico sono a vario titolo di aver trafugato beni di patrimonio artistico nazionale, di averli esportati nel Regno Unito e in Francia e di danneggiamento del relitto del 'Polluce'. Intanto nei giorni scorsi - conclude la nota dell'agenzia - sono stati interrogati a Genova i legali rappresentanti di Tecnospamec nella sede del Centro Subacquei dei carabinieri da parte dei colleghi di Firenze del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale". Molto dopo questa vicenda, nel 2005 quello che rimaneva del relitto fu poi oggetto di un serio intervento di studio e recupero che aveva tutti i crismi della legalità e che condusse al ritrovamento di materiale archeologico di grande importanza.


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