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A Gerusalemme, a scuola di pace

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 11 febbraio 2006

Il medioriente non è soltanto una polveriera. Nei giorni terribili dell’intifada, tra sanguinosi attentati sugli autobus e nei mercati, un pugno di insegnanti ha fatto lezione in classi miste, formate da bambini israeliani e palestinesi. Mattoncini di pace in un paese diviso dal muro dell’odio. E’ la testimonianza che Dalia e Kamul, l’una israeliana e l’altro palestinese, hanno raccontato giovedì sera nella sala consiliare di Portoferraio davanti ad un pubblico attento e commosso. Quando hanno iniziato, nel 1998, i ragazzi erano soltanto 14, adesso sono 800 e le scuole sono diventate tre: una a Gerusalemme le altre due in provincia. Si è concluso quest’anno il primo ciclo d’insegnamento, che dura otto anni, e si sta cercando di portare avanti anche lo studio superiore. Le scuole sono pubbliche, le iscrizioni aperte a tutti. La condizione necessaria è che le classi siano formate per metà da arabi e per metà da israeliani. Ogni classe ha due insegnanti e si imparano entrambe le lingue e le diverse religioni, “senza però – hanno spiegato Dalia e Kamal- cercare di imporre l’una o l’altra. Ai ragazzi vengono semplicemente forniti i diversi punti di vista di cui si compone la realtà.” La scuola si pone l’obiettivo di far crescere il seme dell’integrazione, attraverso la conoscenza. Anche i genitori vengono coinvolti in questo esperimento. “Facciamo incontri- spiegano Dalia e Kamul – dove anche i genitori possano parlarsi.” Le loro sono parole di sollievo. Immaginarsi una scuola di pace in un paese dove anche gli autobus sono trappole mortali per i giovani studenti fa venire in mente tutte le piccole grandi difficoltà che hanno dovuto superare insegnanti e genitori. “Abbiamo avuto pochi abbandoni scolastici – spiega Dalia – alcune famiglie però nei momenti più acuti dell’intifada hanno ritirato i loro figli, perché la situazione era davvero difficile.” La pace possibile di Dalia e Kamul non cresce soltanto dall’interno del paese. Adesso sono in Europa per far conoscere il coraggio e le storia degli 800 ragazzi e dei loro insegnanti.


rabin arafat pace clinton

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