E’ programmato per giovedì 9 febbraio (alle ore 21 nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Portoferraio) l’incontro con l’israeliana Dalia Peretz, e il palestinese Kamal Abu Yunis. L’iniziativa è organizzato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Caritas diocesana e ha per tema: Cosa unisce oggi israeliani e palestinesi? Imparando dalle esperienze di pace in situazioni di conflitto. E’ l’occasione per conoscere le esperienze di pace e di dialogo nel complicato contesto del conflitto mediorientale. Peretz e Yunis fanno parte di associazioni formate da israeliani e palestinesi che sono impegnate in Israele e nei territori palestinesi nel dialogo fra i due popoli e nella ricerca di soluzioni pacifiche. Una di queste è l’Associazione “Hand in hand” che ha dato vita e gestisce scuole frequentate da bambini ebrei ed arabi (oltre 700), dove l’insegnamento in ogni classe è affidato a due insegnanti, un arabo ed un ebreo che insegnano nella propria lingua madre. Si tratta di un’opera importante. Infatti, i bambini di oggi sono i futuri insegnanti e genitori, destinati ad influenzare le scelte di domani. “Hand in hand” desidera educare i bambini ad una convivenza tollerante e dialogante e in questo modo contribuire ad una società pacifica. Per questo la scuola viene vista “come un fiore delicato e bello che cerca di resistere nel deserto della guerra, dell’inimicizia e della separazione. Il vantaggio della scuola è poter ascoltare e capire l’altro. I genitori ora hanno amici dall’altra parte e possono vedere la situazione da una prospettiva differente”. “La pace – sottolinea il sindaco Roberto Peria – si costruisce attraverso molti gesti, spesso piccoli ma significativi. Fra questi vanno segnalate le esperienze di convivenza di bambini che, con identità diverse, si incontrano, giocano insieme, comunicano e condividono esperienze di vita in comune. Così come importante è la ricerca di gesti di riconciliazione, di condivisione del dolore e di perdono”. “Certamente – aggiunge Nunzio Marotti, assessore alla cooperazione internazionale - raccontare fatti positivi non vuol dire dimenticare le sofferenze e il conflitto decennale che bagna di sangue quelle terre. Ma la memoria della sofferenza può costituire una base comune per la costruzione della pace”. La cittadinanza è invitata a partecipare.
Marotti Palmieri