L'altro giorno a casa del mio babbo mi è capitato tra le mani un libro di poesie di Frediano Frediani intitolato "Fuori del mondo", edizioni Selva Torino - 4 agosto 1961. Il mio babbo mi ha detto che il titolo doveva essere "Fiori del mondo" perchè il Sig. Frediano chiamava le sue poesie "fiori". Mi ha detto anche che Frediano era un vero socialista ..di quelli di Nenni e che è stato sindaco di Portoferraio. Vorrei riproporvi uno dei tanti fiori, ancora fresco ed attuale: Il popolo Sei sempre uguale, ieri come oggi. Popolo: turba anonima, che hai l'avvenire in tue mani e te ne stai... mentre in te stesso tanta forza alloggi. Il tribuno che più s'agita appoggi, credulo e stoltamente aiuto dai a chi ti è causa d'infiniti guai... E' il tuo destino che tu stesso foggi. Sull'ignoranza tua qualcuno regna sempre; il più scaltro, e tu l'applaudi. Nulla dunque la storia, t'insegna? Alzati alfine e le catene spezza, nessun cangiar può la tua vita brulla, in te soltanto sta la tua salvezza. Saluti Stefano Castells Mi ricordo di Frediano Frediani, e ricordo di averlo conosciuto da bimbetto nel negozio di Stefanina Rossi più nota come Marina la Tardò, che era mia zia, un donnone con un carattere infernale ma con un cuore grande come una casa. Frediano si fermava spesso a chiacchierare con Marina: lui parlava di un sacco di cose, lei cuciva a mano passamanerie e di tanto in tanto interloquiva; io ascoltavo affascinato e mi godevo il relativo tepore di una stufetta elettrica in quegli inverni di freddo becco, di una Portoferraio austera perchè povera, dove i termosifoni saranno stati presenti sì e no in dieci case, e gli altri dovevano arrangiarsi, con una stufa a legna in un unico ambiente o con gli scaldini pieni di carbonella. Almeno in un'occasione ho sentito Frediani declamare una delle sue poesie, una di quelle satiriche che mi pare poi pubblicasse sul Corriere Elbano (erano i "Versacci di Ninna" o mi sbaglio?). Non capivo a cosa si riferisse, ma Marina spunticchiava e rideva. Pensa un po' Stefano se "per incantamento" in uno di quei pomeriggi bui si fosse, per Frediano e Marina, aperta una finestra sul futuro sull'oggi che ci ritroviamo a vivere. Pensa all'orrore che avrebbero provato Marina (comunista) e Frediano (socialista) nel vedere invece di un tribuno, un tragico guitto arringare mediatiche masse e sbudellare la Costituzione, pensa quanto perfino i loro acerrimi avversari di allora, i liberali i democristiani (che Zia Marina chiamava "forchettoni" e "culignudi") si sarebbero scandalizzati quanto loro, se si fossero affacciati a quella finestra, per lo stile e la sostanza di un elemento del genere. Sì Stefano "il sonno della ragione genera mostri" e li genera anche il sonno della cultura, il sonno della coerenza, il sonno del rigore morale (che non è il moralismo da comari di quella incoerente e mediamente incolta accozzaglia governativa che si fa chiamare destra). Possiamo in proposito solo sperare in due eventi: uno contingente ed uno di prospettiva. Quello contingente è di mandare a casa l'autocrate di turno, quello di prospettiva è di ristabilire in questo paese la democrazia reale, che ha bisogno di una sinistra e di una destra, entrambe razionali, colte, coerenti e moralmente rigorose. Di un "centro" non so se ci sia poi realmente bisogno, a dirtela tutta (sermpre ragionando in prospettiva), mi parrebbe più una furbata, una trovata dell'italietta datata, dell'ultimo quarto di secolo, che un vero "spazio politico".
Foto Storica Carrozza Porta a Mare