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A Sciambere agli ormeggi

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 05 febbraio 2006

Pensiamo che la maggioranza di coloro che ci seguono quotidianamente si aspettino per oggi un "A Sciambere" sul Caso Montecarlo e zone collegate sulle iper bollette telefoniche, sulle spese pazze della Comunità Montana di Febbo etc. Ma è cosa a parer nostro vecchia e consunta, si correrebbe il serio rischio di scadere nell'ovvio. Dedichiamo a quella vicenda solo la foto che abbiamo qui accanto riprodotto che testimonia un momento della gioiosa ribotta monegasca, con il Prefetto Gallitto (che successivamente anche lui avrebbe avuto guai giudiziari) che tiene in mano orgogliosamente la bandiera dell'Elba, ancorché proprio "accapallonge" (rovesciata), un'immagine baiarda che ci pare riassuntiva di un periodo, anzi un'era, che brevemente potrebbe indicarsi con la sigla A.D.T.E. (Antequam Distefanus Traslatus Esset). A sorpresa vorremmo indurvi, in un tempo di scarsissima serietà, in una riflessione seria, che magari ciascuno ha per suo conto già sfiorato leggendo la notizia del giorno, quella che apre questo giornale: la possibilità del temporaneo disarmo delle compagnie private. L'Isola prima ancora che una entità geografica è una dimensione mentale, e particolarmente lo si avverte con l'allungarsi invernale delle notti, quando il tempo che intercorre tra l'ultima corsa e la prima del mattino si allunga e si fa sensibile, quando spente le luci del baraccone si produce un particolare "silenzio d'isola" fatto solo di rumori naturali o quasi. E' "partito l'ultimo vapore", nelle ore che le navi "dormono" a banchina da una parte e dall'altra del canale che si capisce cosa significa essere isolani (anche temporanei), meglio, ci si compenetra con l'essere isola. Al resto del paese e del mondo ci lega un ponte mobile costituito dalle navi che fanno la spola con la costa, un ponte che negli anni è diventato sempre più veloce da passare, sempre più comodo e sicuro. A guardarci indietro, ricordando le traversate sul "Calimero" e prima ancora sul "Pola" o con le "corvette canadesi" riciclate dalla Navigazione Toscana si capisce quanto si è anche noi "ragazzi del secolo scorso". Per questo la minaccia di una "serrata" che ci toglierebbe un pezzo di ponte, una parte di capacità di muoverci, fa scattare dentro di noi ancora prima della protesta per il disagio una sorta di paura ancestrale. Siamo fra quanti giudica questo governo una delle più gravi sciagure della storia d'Italia democratica e se fossimo cinici, visto che il "ponte" non lo passiamo mai o quasi dovremmo personalmente augurarci "tanto peggio tanto meglio" il più drastico dei tagli da parte dell'armatoria, per far sbattere il muso a più persone possibile sull'ennesimo pasticcio compiuto da questa banda di incapaci che ha messo l'Italia col culo per terra. Ma non soffiamo sul fuoco anzi ci auguriamo il contrario, che si trovi l'accordo necessario a mantenere gli standard di trasporto e con questi la qualità della vita per chi risiede stanzialmente all'isola e per chi ci viene a guadagnarsi il pane. Solo ci verrebbe voglia di chiedere a quanti esprimono decisioni che ricadono sui destini di quest'isola di passare almeno una notte tra noi, ben s'intenda non durante la sbrilluccicosa e mondana estate dell'Elba (o del Giglio o di altra isola), ma d'inverno, meglio ancora quando una maestralata schiaffeggia le coste così violentemente che non si sà se la nave del mattino salterà la sua corsa. Incomincerebbero a capire, parzialmente ma per il verso giusto, cosa è essere isola "partito l'ultimo vapore".


comunità montana montecarlo

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