Claudio Monni non capisce chi è stato e perchè lo abbia fatto, è ancora sul posto quando lo raggiungiamo per telefono, ci da un "buongiorno" al quale ci riesce difficile rispondere con la stessa espressione, per lui questo è un giorno pessimo. Monni dice che non sa a cosa pensare, ci conferma quello che aveva detto Marco Gulinelli, era andato ad aiutare i Grasso a salvare il salvabile durante l'incendio alle Foci, ma anche per lui è inconcepibile una punizione tanto dura per quel gesto di generosità verso i colleghi, pare assorbito dal pensare che la sua macchina operatrice è andata irrimediabilmente persa: "E' di quelle nuove elettronizzate - dice - non è recuperabile per niente. E' un bel danno 100.000 euro ...". Ma l'imprenditore portoferraiese non sta certo con le mani in mano, quando gli chiediamo come agirà risponde: "C'è poco da fare, devo per forza trovarne un'altra di macchina, e subito, ho diciotto operai mica uno, e poi ci sono gli appalti che ho già firmato" Quello che non manca a Monni è il lavoro da fare, tanto che deve passarlo ad altre tre o quattro piccole ditte: "Non sta in piedi - dice in conclusione, ritornando sulle ragioni dell'incendio - pensare agli interessi di possibili concorrenti, in pratica io lavoro quasi esclusivamente con le amministrazioni pubbliche, e sul mercato all'Elba c'è solo la Sales oltre me, la Sales è interessata solo ai grossi appalti, io a quelli di dimensione minore"