La Corte Costituzionale ha bocciato nuovamente il Ministro dell’Ambiente Altero Matteoli che ha imposto, con due successivi decreti, Ruggero Barbetti, ex Sindaco di Capoliveri, come Commissario del Parco nazionale dell’arcipelago toscano. «E´ la seconda bocciatura di questo tipo, ma Matteoli sembra andare avanti imperterrito nel suo scontro con la Regione Toscana – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette di Legambiente – era ora che si mettesse un freno al commissariamento dei parchi nazionali che ha contraddistinto l’operato di questo Ministro». Non si capisce bene cosa succede, c’è una situazione di stallo e non si sa nemmeno se il Commissario Barbetti è ancora in carica. «La sentenza riguarda i due precedenti decreti di nomina, mentre con quello successivo, e non compreso nella sentenza, Barbetti potrebbe rimanere in carica fino a giugno. Però mi sembra che Corte Costituzionale metta in dubbio non solo la regolarità dei decreti ma anche l´intero iter scelto da Matteoli per le ripetute nomine di Barbetti. Resta il fatto che il Ministro ha testardamente riproposto Ruggero Barbetti nel ruolo di commissario del Parco, contro il parere di tutti e non tenendo conto nemmeno di una precedente sentenza della Corte». Ma come si esce da questo stallo Ministro-Regione. «Noi abbiamo sempre sostenuto che il commissariamento doveva terminare prima possibile: una gestione straordinaria portata avanti così a lungo era ed è inaccettabile. Praticamente si sono sostituiti gli organi di governo dell’area protetta con un commissariamento infinito, intervallato da sentenze che davano ragione alla Regione Toscana e che costringevano Matteoli a nominare per brevi periodi dei funzionari del ministero commissari all’arcipelago toscano. Probabilmente il Ministro vorrà andare avanti con questo scontro tutto politico con la Regione, un conflitto che ha aggravato la pesante situazione di stallo che da tempo, più che da problemi reali, è determinata dalla voglia di imporre propri uomini alla guida delle aree protette». Quindi la nomina di un Presidente del Parco le pare improbabile? «Mi sembra impossibile che a poche settimane dalle elezioni il Ministro Matteoli e il Presidente della Regione Martini trovino un accordo che non è stato possibile in cinque anni. Tenga conto che il Ministro ha già pronti i nomi di nomina ministeriale dei componenti del futuro Direttivo del parco (due del suo Ministero, uno delle Attività agricole, ma anche due ambientalisti e due del mondo scientifico che il Ministro nomina su proposte delle associazioni e delle Università), e in gran parte non credo siano nomi graditi alla giunta di centrosinistra della Toscana. Praticamente, con un’intesa in extremis, il centro destra potrebbe già assicurarsi la maggioranza nel Direttivo del Parco per i prossimi cinque anni. Magari con un governo politicamente diverso». E allora perché non l´ha fatto prima rinunciando alla riproposizione di Barbetti? «Evidentemente il rapporto tra Ministro e Commissario è molto forte. Poi c’è anche la voglia di far vedere al Presidente della Regione Martini che Matteoli può imporre la propria volontà anche in Toscana. Uno scontro politico che ha messo in secondo piano gli interessi del Parco dell’arcipelago Toscano». E ora quali sono i tempi? «Nell’immediato occorrerà vedere come il ministro reagirà alla nuova sentenza della Corte. Dopo le elezioni bisognerà comunque trovare l’intesa sul nome del nuovo presidente, che poi dovrà essere ratificata dalle commissioni ambiente del Parlamento e dal Governo. Occorrerà anche nominare il Direttivo, il Direttore, la Giunta. Se il nuovo Ministro non assumerà i parchi come una priorità, i tempi rischiano di essere lunghi e per diversi mesi il Parco dell’arcipelago toscano avrà ancora un Commissario, anche se probabilmente non sarà più Barbetti». www.greenreport.it
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