Luigi Rambelli mi tira per la giacca in una polemica assurda alla quale non risponderei se non fosse per il fatto che le dichiarazioni dell’esponente di Legambiente contengono alcune falsità; e –come è noto- le falsità non evidenziate divengono progressivamente verità… Rambelli, tra l’altro, sembra dispiaciuto che un elbano sia stato chiamato dal Governo ad occuparsi di ambiente e di certificazione ambientale. Peccato, mi illudevo che si potesse profittare per metter in campo qualche forma di collaborazione utile a rilanciare la nostra Isola. Prendo atto che non è così. Rambelli, intanto, utilizza strumentalmente quanto scrivo sulla situazione di crisi del turismo per immaginare una inesistente contrapposizione tra me ed Antonini. Come si fa a contrabbandare per polemiche considerazioni solo dettate dal buon senso, peraltro non prive di autocritica e di critica verso una passata classe dirigente, per la gran parte del mio stesso colore politico e volte ad evidenziare una situazione di difficoltà che è sotto gli occhi di tutti? Ma veniamo al ‘nervo scoperto’ di Rambelli e di Legambiente. Come è noto – immagino- anche al “nostro”, una Direttiva della Commissione Europea, inserendo il settore dei servizi al turismo tra quelli suscettibili di ottenere l’ECOLABEL Europeo, ha aperto una prospettiva carica di potenzialità positive, nella direzione del cosiddetto ’turismo sostenibile’, cioè una forma di turismo diversa da quella tradizionale, aperta ai concetti di rispetto dell’Ambiente, di fruizione consapevole, di risparmio energetico, di consumo ‘regolato’ dalle risorse disponibili. E’ una prospettiva, penso, verso la quale l’Elba avrebbe qualche chance seria da spendere, per circostanze oggettive. Si tratta, lo ripeto, dell’ECOLABEL Europeo, l’unica forma di certificazione, oltre all’EMAS, formalmente normata da un Regolamento Comunitario che, in quanto tale, ha valore di legge, in regime di reciprocità, in tutti gli Stati dell’Unione. Per ottenerlo è necessario passare attraverso un filtro di parametri obbligatori e volontari nonché di controlli e verifiche, senza scorciatoie o mezzucci. Ha per simbolo un fiore stilizzato. Cosa , invece, Legambiente? Promuove qua e là, dove trova qualche interlocutore confuso e magari poco consapevole e accorto, l’idea di un sistema pattizio, chiamato espressamente proprio ‘Ecolabel’, frutto di rapporti convenzionali, quali sempre onerosi, tra Legambiente e qualche Associazione di Albergatori o strutture alberghiere singole. In questo modo ingenera consapevolmente una forma di confusione inutile e dannosa, se non di vero e proprio imbroglio, come viene sempre più spesso rilevato dai turisti, soprattutto quelli del nord Europa, più interessati alla adozione di misure ambientali. Per questo Legambiente è stata formalmente diffidata e, ove non cessi questa attività non proprio limpida, si passerà ad adire l’Autorità giudiziaria. Non ho, ovviamente, nulla contro la promozione di “buone pratiche” di rispetto ambientale, ma ogni cosa va fatta nel rispetto delle regole. Dirò di più – come ho fatto presente ai vertici nazionali di Legambiente a più riprese – non sono chiuso a studiare forme di collaborazione con una Associazione certo importante nel panorama ambientale italiano, per mettere in campo iniziative sinergiche e condivise. Ma per collaborare, al solito, bisogna essere almeno in due e ci vuole chiarezza nei rapporti. La seconda bugia di Rambelli riguarda il giudizio della Commissione UE su questa attività “spuria”. Ebbene, la Commissione Europea (Direzione Generale Ambiente, quella ovviamente competente) si è espressa con un giudizio pesantemente negativo su iniziative ‘fasulle’ e non istituzionali come quelle di Legambiente. Rambelli, infine, sembra molto interessato, nella incapacità di distinguere tra il livello delle decisioni politiche e il dato istituzionale, ai modi e ai risultati delle nostre attività ‘promozionali’. Rinvio, per sua comodità, al nostro sito (www.emas-ecolabel.it), da dove potrà apprendere, forse con qualche meraviglia, che, dall’inizio del mio mandato, l’Italia è saldamente prima in Europa quanto a certificazione ECOLABEL e segnala il più forte trend di crescita riguardo alle Registrazioni EMAS. On.Pino Lucchesi Presidente Comitato Emas-Ecolabel PS. Anche per l’Elba ho qualche idea da proporre, sulla falsariga di iniziative attivate a Portofino e Ischia. Me ne farò carico, confidando nell’attenzione – finora mancata – delle Autorità e dei Responsabili locali.
lucchesi nuova piccola