E’ stato riaperto, dopo un lungo periodo di chiusura per lavori, il supermercato di Piazza Pietri. L’ inaugurazione dei locali rinnovati è avvenuta nella mattinata di mercoledì 2 aprile. Durante l’arco di tempo in cui il servizio è rimasto chiuso si è resa più tangibile una già avvertita difficoltà tra i residenti della zona mediana di Portoferraio per l’approvvigionamento di generi alimentari, e di casalinghi. Infatti con la concentrazione in pochi poli di diversi singoli esercizi commerciali si è moltiplicata per l’utente la distanza da percorrere tra la propria abitazione e il centro commerciale, e in occasione della chiusura dell’intero blocco del supermercato di Piazza Pietri sono saltati quei già fragili parametri che rendevano la zona appena sufficientemente coperta dai servizi. Pensiamo soprattutto agli anziani privi di mezzo di trasporto cha hanno dovuto recarsi in altri supermercati più lontani e soprattutto più grandi e dispersivi, per aggirarsi nei quali, muovendosi da un reparto all’altro, occorre una buona dose di energia. Pensiamo alla fatica di raggiungere il mercato, l’ansia per trovare la moneta da inserire nel carrello dotato del cervellotico sistema di sicurezza, l’ingresso nei corridoi affollati, l’obbligo di dotarsi di guanti e buste, la fila davanti alle bilance, lo stress per individuare, con una vista malferma e con gli altri avventori che premono dietro, la piccola icona che riproduce la merce acquistata, l’avventurarsi tra gli scaffali con il timore di perdere il turno al banco dei salumi dove scorrono incessanti i numeri dell’eliminacode. Chi invece non si è spinto oltre gli angusti confini ha dovuto investire qualcosa di più nella voce “spesa”, in quanto i piccoli esercizi sotto casa hanno un ricarico maggiore sui prezzi e soprattutto, per contrastare la concorrenza dei “grandi”, si sono indirizzati verso prodotti di nicchia, provenienti da lavorazioni artigianali, specialità regionali, prodotti di alta qualità che non aiutano il portafoglio. E’ questa una difficoltà sentita anche in un paese come Portoferraio dove sono già visibili certe dinamiche proprie dei centri più grandi: una città nella quale occorre avere le unghie anche per fare la spesa, dove paradossalmente è tornato attuale il criterio della selezione anche nell’approvvigionamento dei beni di prima necessità, in cui letteralmente al più forte è riservato il boccone migliore. Non abbiamo la presunzione di rifondare le leggi economiche della domanda e della offerta, o di scavalcare le formulazione progressiste di Keynes, ci piacerebbe soltanto che i supermercati fossero resi vivibili anche per i più anziani, magari attraverso servizi collettivi di trasporto, e con “personale flessibile” che li potesse accompagnare anche attraverso una più tranquilla passeggiata tra cavoli e surgelati.
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